Il cielo era muto - Wiesel e Francesco Guccini
Spettacolo teatrale realizzato in occasione del giorno della memoria e messo in scena dal professor Gabriele Laterza.
In occasione della Giornata della Memoria il professor Gabriele Laterza porta in scena la narrazione scenica di brani dell'opera "La notte" di E. Wiesel e di canzoni di Francesco Guccini.
Lo spettacolo racconta la Shoah attraverso la lettura scenica degli episodi più suggestivi di La notte, di Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace, morto nel 2016 e che, appena quindicenne, con la sua famiglia e con altre migliaia di Ebrei, fu deportato dall’ Ungheria ad Auschwitz.
La narrazione è la drammatica testimonianza della perdita di fiducia nell’umanità e dello smarrimento di quella profonda fede in cui il protagonista era cresciuto. Dov’era Dio, mentre gli uomini soffrivano pene indicibili e morivano in modi così inumani nei campi di concentramento nazisti? E dove erano gli uomini?
Gli episodi di La notte che Laterza propone si intrecciano con la lettura di alcune delle canzoni più note di Francesco Guccini: La canzone del bambino nel vento, Dio è morto, Un vecchio e un bambino.
Queste canzoni di Guccini, come La notte di Wiesel, sono così una trincea di resistenza etica, umana e civile, a partire dalla necessità di voler ricordare e capire l’olocausto.
"Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
Mai"
da "La notte" di E. Wiesel
"Nei campi di sterminio
Dio è morto!
Coi miti della razza
Dio è morto!"
da "Dio è morto" di F. Guccini