Si dovrebbe insomma pensare a dei poeti operai
Ospite della «Fiera dei Librai» Monica Dati. Il suo volume ripercorre la storia della rivista di poesia «abiti-lavoro» (1980-1993) considerato il primo tentativo di dare forma organizzata alla letteratura operaia.

Il volume ripercorre la storia della rivista di poesia «abiti-lavoro» (1980-1993), nata su iniziativa di Giovanni Garancini e Sandro Sardella, fondata e scritta esclusivamente da operai e considerata «il primo tentativo di dare forma organizzata alla letteratura operaia». La rivista prendeva il nome da una voce della busta paga, l’indennità vestiario e si rivolgeva in primo luogo proprio a chi viveva la complessità e contradditoria condizione del mondo del lavoro: sfruttamento e oppressione ma anche desiderio di vita, comunicazione e arte.
Attraverso un’ampia selezione di opere rimaste nell’ombra e avvalendosi di numerose memorie autobiografiche, il libro esplora il ruolo della poesia come strumento di emancipazione e riscatto, contribuendo alla comprensione dell’intreccio tra espressione artistica e lotte sociali e sottolineando l’importanza della cultura nel processo di liberazione, sia individuale che collettivo. Il lavoro di Monica Dati si propone di far emergere e riportare a galla gli «urli della non accettazione» e «il rifiuto determinato e feroce della non omologazione» esplorando, attraverso le pagine di «abiti-lavoro», quella ricca e vitale zona d’ombra rappresentata dalla poesia operaia.
Dialogano con l’autrice: Oscar Locatelli, redattore della rivista «abiti-lavoro» e presidente del Parco dei Colli di Bergamo e altri redattori tra cui Ferruccio Brugnaro, Giovanni Garancini, Sandro Sardella, Michele Licheri, Giovanni Trimeri, Gisa Legatti e Andrea Bassi
In collaborazione con: Biblioteca Di Vittorio
L'ospite
Monica Dati ha conseguito il dottorato di ricerca in teoria e storia dei processi formativi presso l’Università di Firenze e svolge attività di ricerca in questo settore disciplinare presso l’Università telematica degli Studi IUL. Laureata in filologia e letterature moderne, nonché in scienze politiche e pedagogia, ha focalizzato i suoi studi prevalentemente sulla dimensione storica dell’educazione degli adulti, sulla storia orale e la public history, sulla storia della lettura e dei lettori.