Gli anniversari della Letteratura
Il programma della SocietĂ Dante Alighieri continua con tre incontri dedicati ai Grandi anniversari della Letteratura, non solo italiana. Il secondo incontro, a cura di Giovanni Dal Covolo, sarĂ dedicato ad Alessandro Manzoni.
Presso la Sala delle carte del Centro Culturale delle Grazie, viale Papa Giovanni XXIII, 13, Bergamo, dalle ore 17,30 alle ore 19.
Gli anniversari della Letteratura
La “terra di San Marco” nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni
Relatori: Giovanni dal Covolo
Il nostro programma continua con tre incontri dedicati ai Grandi anniversari della Letteratura, non solo italiana. Il primo sarà dedicato allo scrittore statunitense David Forster Wallace, prematuramente scomparso quindici anni fa; l’incontro è a cura dei giovani studiosi Chiara Girotto e Niccolò Gualandris di Aratea Cultura, l’associazione guidata da Nicola Vavassori, collaboratore e consigliere della Dante di Bergamo.
Il secondo incontro, a cura di Giovanni Dal Covolo, sarà dedicato ad Alessandro Manzoni, a centocinquant’anni dalla morte e, in occasione dell’anno dedicato a Bergamo Brescia Capitale della Cultura, prenderà spunto dalla considerazione che la “terra bergamasca” assume nel romanzo manzoniano.
Il terzo incontro della rubrica sarĂ tenuto da Beatrice Gelmi e dedicato a Giovanni Boccaccio, con letture a cura di Angiola Magni.
Ma i meriti del nostro non finiscono qui...Riportiamo le parole di Mirko Tavoni:
«Dante merita bene di essere chiamato, senza alcuna retorica, “padre delle lingua italiana”, grazie alla Commedia. Ma è anche il primo che, in incredibile anticipo sui tempi della storia, e segnatamente prima di avere lui stesso scritto quel monumento di fondazione, annuncia l’esistenza di una lingua italiana ‒ attribuendole peraltro caratteri molto diversi da quelli che appunto la Commedia imprimerà nella nascente lingua letteraria italiana.
Ovviamente, negli anni in cui Dante ideò e scrisse il Convivio e il De vulgari eloquentia, una lingua “italiana” comune non esisteva. Esistevano sì i volgari municipali, come li chiama appunto Dante [...]. Ma non esisteva affatto quello che Dante nel Convivio chiama «volgare italico» (I vi 8), «lingua italica» (I ix 2), «italica loquela» (I x 14), «parlare italico» (I xi 14), e nel De vulgari chiama «vulgare latium», o volgare di sì, e cioè una lingua volgare comune all’intera penisola. Dante è così “profetico” non solo da prevederne il futuro successo ma da dichiararne l’esistenza presente e descriverne le caratteristiche. Cioè Dante dichiara l’esistenza e descrive le caratteristiche di una cosa che non esisteva. Come è stato detto giustamente, Dante inventa l’Italia linguistica» .