Incontro con l'autore
Sempre in tema di lingua e di comunicazione, l’incontro con Roberto Caselli prende spunto dal suo libro Parole di Dante. La Commedia una parola per volta.
Presso la Sala delle carte del Centro Culturale delle Grazie, viale Papa Giovanni XXIII, 13, Bergamo, dalle ore 17,30 alle ore 19.
Incontro con l’autore
Roberto Caselli, Parole di Dante. La Commedia una parola per volta, Augh!, 2022
Relatore: Roberto Caselli
Sempre in tema di lingua e di comunicazione, l’incontro con Roberto Caselli prende spunto dal suo libro Parole di Dante. La Commedia una parola per volta. Nel Prologo l’autore scrive: «Andrò in giro per il Poema, scegliendo parole che mi sembrano significative e resterò su di loro, marcandole strette, spremendole se serve, per poter aggiungere la mia alle infinite voci che da settecento anni non smettono di interrogare quei versi. [...] L’idea che mi muove è semplice: oggi Dante non va solo insegnato, parafrasato, sviscerato; Dante va comunicato».
Ma i meriti del nostro non finiscono qui...Riportiamo le parole di Mirko Tavoni:
«Dante merita bene di essere chiamato, senza alcuna retorica, “padre delle lingua italiana”, grazie alla Commedia. Ma è anche il primo che, in incredibile anticipo sui tempi della storia, e segnatamente prima di avere lui stesso scritto quel monumento di fondazione, annuncia l’esistenza di una lingua italiana ‒ attribuendole peraltro caratteri molto diversi da quelli che appunto la Commedia imprimerà nella nascente lingua letteraria italiana.
Ovviamente, negli anni in cui Dante ideò e scrisse il Convivio e il De vulgari eloquentia, una lingua “italiana” comune non esisteva. Esistevano sì i volgari municipali, come li chiama appunto Dante [...]. Ma non esisteva affatto quello che Dante nel Convivio chiama «volgare italico» (I vi 8), «lingua italica» (I ix 2), «italica loquela» (I x 14), «parlare italico» (I xi 14), e nel De vulgari chiama «vulgare latium», o volgare di sì, e cioè una lingua volgare comune all’intera penisola. Dante è così “profetico” non solo da prevederne il futuro successo ma da dichiararne l’esistenza presente e descriverne le caratteristiche. Cioè Dante dichiara l’esistenza e descrive le caratteristiche di una cosa che non esisteva. Come è stato detto giustamente, Dante inventa l’Italia linguistica» .