La valanga azzurra
Il docufilm ricostruisce una stagione sciistica entusiasmante con protagonisti Thoeni, Gros e molti altri. Tra cui Leonardo David, che perse la vita nel 1985, e il bergamasco Fausto Radici.
Il docufilm “La Valanga Azzurra” di Giovanni Veronesi è la ricostruzione di una stagione entusiasmante che, come nel caso del tennis, fa riaffiorare il conflitto tra i caratteri dell'italianità: la riservatezza contro la guasconeria, l'istinto contro il sacrificio, la commedia contro la tragedia.
Una tragedia, infatti, porrà fine a quella irripetibile avventura: il fatale incidente occorso al più giovane della squadra, Leonardo David, nel 1979, che lo terrà per lunghi anni in coma fino alla morte, sopravvenuta nel 1985.
È un film dedicato a quelli che furono anni leggendari per lo sport italiano, grazie alle imprese di campioni come Gustavo Thoeni e Pierino Gros, che insieme dal 1971 al 1975 conquistarono cinque Coppe del Mondo assolute consecutive.
L'espressione "Valanga Azzurra" è di origine giornalistica e fu usata per la prima volta nel 1974 da La Gazzetta dello Sport dal giornalista Massimo Di Marco a commento della gara di slalom gigante di Berchtesgaden, in Germania Ovest del 7 gennaio. In quell'occasione la squadra italiana ottenne un risultato mai conseguito prima di allora da nessuna nazionale, aggiudicandosi le prime cinque posizioni della classifica finale con Gros, Thoeni, Stricker, Schmalzl e Pietrogiovanna. Fra tanti campioni Leffe ricorda in particolare Fausto Radici, morto nel 2002 a soli 48 anni. Per tutti i leffesi basta solo il nome di battesimo per evocare ricordi indelebili. Fausto nel 1973 vinse la Coppa Europa assoluta e quella di slalom, specialità in cui vinse anche un titolo italiano nel 1974 e soprattutto le memorabili gare del 1976 in Coppa del Mondo (dove conquistò anche altri tre podi) a Garmisch e Madonna di Campiglio.