Taipei Story
Per la rassegna "Sogni in Pellicola", promossa da Lab 80 Film in collaborazione con Bergamo Film Meeting Onlus, verrĂ proiettato il film di Edward Yang: racconta il cambiamento nella vita di Qin, a partira dal suo lavoro al rapporto con il fidanzato.
Qin lavora come assistente di una manager e la sua buona posizione professionale la incoraggia a metter su casa da sola. Lon, il suo fidanzato, coltiva fumosi sogni americani nei quali vorrebbe coinvolgerla. Costretta ad abbandonare l’azienda assorbita da una società più grande, Qin si ritrova nella necessità di cercare un nuovo lavoro. A questo si aggiunge la crisi col fidanzato, troppo simile, per mentalità , al padre della ragazza.
Uno dei primi film del Nuovo Cinema Taiwanese.
Regia di Edward Yang
Titolo originale: Qingméi Zhúma
Taiwan / 1985 / 110'v. o. / Sottotitoli: Italiano
Interpreti: Cai Qin, Hou Xiaoxian, Wu Nianzhen, Lin Xiuling
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Gli anni Settanta e Ottanta tra autorialitĂ europea e Nuovo Cinema taiwanesea
Il nuovo capitolo di "Sogni in pellicola" si snoda in due percorsi: uno nel cinema Europeo e l’altro nel cinema Taiwanese. In montaggio alternato si susseguono autori noti al pubblico degli appassionati come lo spagnolo Carlos Saura, l’ungherese Béla Tarr, l’inglese Mike Leight, il polacco Krzysztof Kieślowski, il francese François Truffaut e due autori taiwanesi che forse pochi conoscono, Hou Hsiao-Hsien e Edwuard Yang. I registi del vecchio continente – parliamo qui in termini geografici – sono figure che hanno realizzato film significativi sul piano della costruzione narrativa, dell’espressione stilistica, dell’analisi sociale e politica. Opere basilari per la conoscenza e la riscoperta di una cultura e di tradizioni le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Oggi, forse, non si conosce neppure l’esistenza di un cinema taiwanese, ma lungo gli anni Ottanta si sviluppò quello che è stato battezzato come Nuovo Cinema taiwanese, del quale Hou Hsiao-Hsien e Edward Yang sono tra i massimi rappresentanti, conosciuti anche in Europa per la loro partecipazione ai più importanti festival cinematografici. Film di rara eleganza stilistica, profondamente innovativi rispetto ai canoni occidentali, particolarmente aperti alle storie della gente comune, fecero capire agli spettatori che esistono altri modi di fare cinema. Le loro tracce sono visibili nei tanti film orientali che oggi, dopo più di quarant’anni, arrivano nelle sale italiane.
"Sogni in pellicola", oltre a riproporre i titoli e gli autori che hanno accompagnato la storia di Lab 80, riscopre grazie alla proiezione in 35 millimetri le stesse pellicole trasmesse all'epoca, per un'esperienza di visione tanto unica quanto ormai dimenticata.