Real
Proiezione e incontro in diretta streaming con la regista Adele Tulli. Il tema sono le derive e le potenzialitĂ del mondo digitale nel nostre vite, raccontate attraverso Real, un film consapevole, che non cade nella moralitĂ .
Presentato in prima mondiale al Locarno Film Festival, il secondo lungometraggio di Adele Tulli (il suo primo film d’esordio era NORMAL), esplora in modo originale e illuminante il mondo digitale nel quale siamo quotidianamente immersi, le sue spaventose derive ma anche le sue sorprendenti potenzialità .
Profondo, ma anche giocoso, Real ci confronta con le nostre debolezze e con il bisogno compulsivo che (quasi) ognuno di noi sente di scappare da una realtĂ sempre piĂą cupa e insoddisfacente. Eppure, per quanto intensamente ci si provi, nessun mondo virtuale sembra ancora capace di regalarci la felicitĂ .
REAL gioca con i codici del multiverso prendendosene allegramente gioco. Cosciente del potere che il mondo digitale, sorta di polipo dagli innumerevoli tentacoli vischiosi, ha su ognuno di noi, la regista ci propone la radiografia di un mondo iper-connesso che non si rende ormai piĂą minimamente conto di quanto sia grottesco.
Insoddisfatti del mondo così com’è, con le sue contraddizioni e soprattutto con le sue insoddisfazioni, i protagonisti di Real cercano, come molti di noi, di accedere ad altre realtà capaci di soddisfare i loro desideri più profondi e di rimettere insieme i cocci di sogni troppo spesso infranti.
Sebbene Tulli non nasconda la sua visione critica nei confronti di una bulimia digitale sempre più mostruosa (interessanti in questo senso le parole di Influenceur di Ascendant Vierge che fanno da contrappunto alle immagini mostrate), il film non si trasforma però mai in trattato morale, al contrario gioca con i codici stessi di questo mondo evidenziandone la tragica e inevitabile imperfezione. Durante il film assistiamo allora a danze meditative su Zoom, discussioni di avatar nel metaverso, pianti disperati di influencer coscienti della loro solitudine ma incapaci di sfuggire al personaggio che si sono costruiti attraverso i loro canali internet, una cam girl che trova rifugio nella musica e nell’affetto del suo cane e via dicendo.
Eppure, sebbene quello che Tulli mette in scena assomigli ad un girone dantesco, nel film non mancano momenti di riflessione su quello che il mondo digitale, approcciato con un minimo di consapevolezza, ha davvero da offrire ossia la possibilitĂ di essere quello che davvero si vorrebbe al di lĂ delle pressioni e delle costruzioni sociali. Interessanti in questo senso le discussioni fra due coppie di avatar che, approfittando della libertĂ che il metaverso gli concede, si attribuiscono il genere che davvero sentono essere il loro.