Il mestiere di vivere
Un incontro intenso e intimo con Cesare Pavese, uomo, scrittore, intellettuale che nella sua breve vita è riuscito a creare un nuovo mondo letterario e culturale che ha segnato l'identità del Novecento italiano. Un documentario di Giovanna Gagliardo.
In concorso al 42esimo Torino Film Festival, un documentario di Giovanna Gagliardo.
La storia di un uomo, di uno scrittore, di un intellettuale che nella sua breve vita è riuscito a creare un nuovo mondo letterario e culturale che avrebbe segnato e dato identità alla seconda metà del Novecento italiano. Per meglio evidenziare tutti gli aspetti del suo eccezionale talento, il documentario è suddiviso in vari capitoli, tanti quanti i mestieri che ha sperimentato.
Il documentario prende l'avvio ricostruendo gli ultimi giorni di vita di Cesare Pavese il 26 e il 27 agosto 1950
Si aggira per la città deserta, cerca amici che non trova, scrive, telefona. La domenica sera, in un albergo presso la stazione di Torino mette fine alla sua vita. Questo epilogo, è la premessa per raccontare un’altra storia.
Una produzione Luce Cinecittà , realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e con la partecipazione di Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, il film racconta la vita e l'attività intellettuale di Cesare Pavese: un poeta che appena ventenne scopre la poesia narrativa, per poi cimentarsi nel romanzo breve, portare in Italia la grande letteratura americana, da Faulkner a Dos Passos, da Gertrude Stein a John Steinbeck. Pavese infine, nel 1933, insieme a Giulio Einaudi e ad un gruppo di straordinari ragazzi usciti anche loro dal Liceo D’Azeglio, contribuirà a far nascere la Casa Editrice Einaudi.
Il racconto su Pavese viene portato sul grande schermo da Giovanna Gagliardo attraverso una selezione di materiali di repertorio, molte interviste e soprattutto con suggestioni visive e musicali ricreate nei luoghi tradizionalmente pavesiani che fanno da sfondo immaginario ai suoi testi, alle sue lettere, alle sue poesie, ai suoi diari.
Un tempo e un paesaggio dunque per evocare la sua epoca ma che, a ripercorrerlo oggi con gli occhi del “nostro tempo”, ci restituiscono un Pavese molto più attuale e contemporaneo di quello che credevamo di conoscere
Giovanna Gagliardo
(Monticello d’Alba, 1941) si avvicina al cinema in qualità di sceneggiatrice e aiuto regista del grande cineasta ungherese Miklós Jancsó, collaborando a titoli quali "La pacifista" (1970), "La tecnica e il rito" (1972), "Roma rivuole Cesare" (1974) e "Vizi privati, pubbliche virtù" (1976). Esordisce alla regia nel 1978 con "Maternale, lettura psicologica e simbolica del rapporto madre-figlia", a cui segue nel 1983 il noir "Via degli specchi". Nel 1991 dirige "Caldo soffocante", ambientato nella torrida Roma dei mondiali di calcio del 1990, che inaugura Quinzaine des Realisateurs di Cannes. Dagli anni Novanta in poi si dedica brillantemente al documentario e dopo "Viva l’Italia" (1995) e "Che colpa abbiamo noi" (1997) torna alle tematiche femminili realizzando "Bellissime" (2004), storia del Novecento italiano ricostruita attraverso un’ampia galleria di donne. A partire dal 2007 ha lavorato per l’Istituto Luce ricostruendo con i materiali di repertorio una storia del costume e della moda italiana fino agli anni sessanta con "L’abito di domani - Storia della moda nel tempo" (2009). Dopo altri documentari che esplorano sia la storia passata che la complessità del presente, nel 2024 omaggia Cesare Pavese con "Il mestiere di vivere".