Gli anni in tasca
Per la rassegna "Sogni in Pellicola", promossa da Lab 80 Film in collaborazione con Bergamo Film Meeting Onlus, verrà proiettato il film di François Truffaut: il racconto di storie di bambini e ragazzi, con focus sui rapporti difficili con gli adulti.
Film corale ambientato a Thiers, villaggio dell’Alvernia, in cui le storie di diversi ragazzi si incrociano. Il tredicenne Patrick annaspa nei primi fervori sentimentali. Altri bambini e bambine vivono i loro piccoli drammi: Grégory che cade dalla finestra e rimane incolume; Sylvie che si fa castigare per un capriccio, chiede aiuto a tutto il vicinato; i fratelli Deluca si mettono nei guai per guadagnare qualche soldo. La vicenda centrale è quella di Julien, piccolo gitano che viene maltrattato in famiglia. Truffaut, specializzato nel racconto della psicologia infantile, mostra i segni di un rapporto tra giovani e adulti sempre più dissociato, che non lascia speranze di reciproca comprensione.
Regia di François Truffaut
Titolo originale: L'argent de poche
Francia / 1976 / 104'v. o. / Sottotitoli: Italiano
Interpreti: Nicole Félix, Chantal Mercier, Jean-François Stévenin, Philippe Goldman, Georges Desmouceaux
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Gli anni Settanta e Ottanta tra autorialitĂ europea e Nuovo Cinema taiwanesea
Il nuovo capitolo di "Sogni in pellicola" si snoda in due percorsi: uno nel cinema Europeo e l’altro nel cinema Taiwanese. In montaggio alternato si susseguono autori noti al pubblico degli appassionati come lo spagnolo Carlos Saura, l’ungherese Béla Tarr, l’inglese Mike Leight, il polacco Krzysztof Kieślowski, il francese François Truffaut e due autori taiwanesi che forse pochi conoscono, Hou Hsiao-Hsien e Edwuard Yang. I registi del vecchio continente – parliamo qui in termini geografici – sono figure che hanno realizzato film significativi sul piano della costruzione narrativa, dell’espressione stilistica, dell’analisi sociale e politica. Opere basilari per la conoscenza e la riscoperta di una cultura e di tradizioni le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Oggi, forse, non si conosce neppure l’esistenza di un cinema taiwanese, ma lungo gli anni Ottanta si sviluppò quello che è stato battezzato come Nuovo Cinema taiwanese, del quale Hou Hsiao-Hsien e Edward Yang sono tra i massimi rappresentanti, conosciuti anche in Europa per la loro partecipazione ai più importanti festival cinematografici. Film di rara eleganza stilistica, profondamente innovativi rispetto ai canoni occidentali, particolarmente aperti alle storie della gente comune, fecero capire agli spettatori che esistono altri modi di fare cinema. Le loro tracce sono visibili nei tanti film orientali che oggi, dopo più di quarant’anni, arrivano nelle sale italiane.
"Sogni in pellicola", oltre a riproporre i titoli e gli autori che hanno accompagnato la storia di Lab 80, riscopre grazie alla proiezione in 35 millimetri le stesse pellicole trasmesse all'epoca, per un'esperienza di visione tanto unica quanto ormai dimenticata.