Oggetti smarriti. Cosa si salva di un’opera d’arte quando la si espone in un museo?
Al via il ciclo "Il museo. E altre storie" di Accademia Tadini che propone una riflessione sul museo e ciò che lo riguarda: appuntamento con Marco Albertario e il concetto di conservazione.
Chi lavora in museo è spesso portato a privilegiare l’ottica della conservazione, dando per scontato che il ricovero in una struttura museale sia la garanzia grazie alla quale un’opera non corre più rischi. In realtà, un’opera d’arte è il risultato di una complessa stratificazione di significati: il contesto storico, la biografia dell’artista, ma anche la percezione da parte del pubblico sono aspettu ugualmente importanti e da tutelare. Il ricovero in museo, anche con finalità di tutela e di valorizzazione, li raccoglie tutti? o alcuni sono messi in crisi proprio dalla musealizzazione?
Con Marco Albertario
Marco Albertario, storico dell’arte, si è formato presso i Musei Civici di Pavia e ha lavorato poi per i Musei Civici di Novara. Dal 2005 è conservatore e dal 2015 direttore della Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere. Insegna storia dell’arte presso l’IIS Decio Celeri a Lovere (dal 2019, progetto sperimentale) e dal 2023 è docente a contratto presso la Scuola di Restauro di Botticino.I suoi interessi di ricerca comprendono la produzione figurativa in età sforzesca, la scultura in legno, la storia del collezionismo con particolare attenzione alla prima metà dell’Ottocento.
Rassegna
Il ciclo propone una riflessione sul “museo”: che cosa raccoglie, che cosa tutela, che cosa comunica? E, in negativo, che cosa esclude? Le storie trasmesse sono rappresentative della comunità, o la rappresentano solo in parte? Cosa succede alle storie che non sono raccontate?