Il Vittoriale delle Italiane
Nella cornice della VII edizione del Brescia Photo Festival, la mostra presenta un’inedita interpretazione della dimora del vate Gabriele d’Annunzio, attraverso gli occhi e l’obiettivo di dieci fotografe italiane.
Il Vittoriale degli italiani ospita dal 25 maggio al 30 settembre 2024 "Il Vittoriale delle Italiane", una collettiva di 10 fotografe - Maria Vittoria Backhaus, Mariagrazia Beruffi, Patrizia Bonanzinga, Giusy Calia, Silvia Camporesi, Alessandra Chemollo, Caterina Matricardi, Luisa Menazzi Moretti, Antonella Monzoni, Ramona Zordini -, curata da Renato Corsini, che propone una serie di scatti che offrono una visione tutta al femminile della residenza del vate Gabriele d’Annunzio.
Le dieci artiste, selezionate per la loro storia professionale e per il posto che attualmente occupano nella storia della fotografia contemporanea, sono state invitate a realizzare un lavoro site-specific che rileggesse, ognuna con il proprio stile e la loro cifra, l’architettura, l’ambiente e gli interni del Vittoriale. Un lavoro così strettamente legato a quel luogo iconico della riviera del lago di Garda che porterà , al termine della mostra, alcune opere a rimanere parte del percorso di visita in modo permanente, arricchendo l’offerta di arte contemporanea italiana del Parco.
L’esposizione è anche occasione per inaugurare un nuovo spazio espositivo del Vittoriale, "Il Golfo Nascosto", posto al di sotto delle gradinate del teatro.
Con le sue fotografie provocatorie e dissacranti, Maria Vittoria Backhaus, affascinata dall’enorme quantità di oggetti, immagini, personaggi, stimoli e visioni che contiene il Vittoriale, ha pensato di rappresentare Gabriele d’Annunzio per quello che è sempre stato ai suoi occhi, ovvero un personaggio pop-punk ante litteram. Ecco che le statue conservate all’interno della residenza compaiono affiancate da oggetti improbabili, come un topolino di plastica, una polaroid o un gruppo di personaggi in miniatura che guardano quanto ruota loro attorno, appoggiandosi ai volumi della biblioteca.
Le Mute sentinelle di Mariagrazia Beruffi si riferiscono alle statue che abitano il parco e la villa, che sono state testimoni di una straordinaria energia che, un secolo fa, con passione, animava il Vittoriale e che ora escono dalla penombra, quando un raggio di luce le illumina tra i cipressi o si insinua fra le tende e gli scuri della Prioria, e prendono vita, pur sempre immerse in un silenzio eterno.
Patrizia Bonanzinga con le sue Verità Oniriche scompone, sovrappone e crea nuove visioni del Vittoriale; nelle sue fotografie il lago si espande nell’anfiteatro, le gradinate assumono una forma ellittica, le colonne si moltiplicano, come se il tutto fosse la rappresentazione di un sogno, quello di Gabriele D’Annunzio che, nella concretezza della pietra e del paesaggio, diventa via via realtà .
Nel vasto paesaggio della mente umana, la dimora dannunziana emerge come un nodo intricato di riflessioni estetiche e psicologiche, sospeso tra la terra e il cielo. Giusy Calia, attraverso l’uso del drone, propone una prospettiva aerea capace di andare oltre i contorni fisici del complesso, svelandone e interpretandone gli interni. Le stanze diventano i teatri di una performance multidimensionale, dove i mobili sontuosi e le opere d'arte fungono da specchi delle passioni umane, riflettendo non solo l'estasi estetica del poeta, ma anche le ombre della solitudine e dell'ossessione.
Silvia Camporesi si è concentrata sull’esterno del Vittoriale, ovvero sul contesto in cui è immerso, cercando l'aspetto paesaggistico del luogo, che è la cifra espressiva più caratteristica della sua ricerca più recente. In queste fotografie, prive di figure umane, ricorre il tentativo di restituire un'immagine sospesa dei luoghi individuati, in cui è evidente il dialogo con la natura, sia esso quello della Nave Puglia immersa nella vegetazione o la veduta del panorama lacustre, o ancora la vista della strada d'ingresso, in cui i muri sono ricoperti di fitta vegetazione.
Per Alessandra Chemollo, ogni luogo è teatro degli umani che lo attraversano. L’architettura del Vittoriale è una materializzazione in pietra di parole e simboli che dialoga con le persone che la guardano, l’attraversano, la vivono, dando vita a una nuova percezione del luogo.
In virtù del suo interesse per le statue, Caterina Matricardi si è focalizzata sui volti dei busti di Gabriele d’Annunzio e di una figura femminile, ne ha strappato la fotografia e successivamente ne ha ricomposto l’immagine, per dare vita a una nuova realtà in cui anche la parte grafica del lavoro riveste un ruolo importante.
Per il suo progetto Ricordo, rivedo, Luisa Menazzi Moretti ha tratto spunto da Il libro segreto, l’ultima opera di d'Annunzio, pubblicata nel 1935; le fotografie propongono le riproduzioni di brani del diario autobiografico del poeta e di alcune testimonianze delle donne che sono state importanti nella vita del vate, affiancate dalle immagini del Vittoriale e dei particolari del suo parco, isolati nei colori giallo e rosso che caratterizzano la residenza.
Antonella Monzoni si concentra sulle presenze femminili che circondarono Gabriele d’Annunzio al Vittoriale; da Amélie Mazoyer, la governante conosciuta in Francia, ribattezzata dal Vate «Aélis», a Luisa Baccara, pianista e amante ufficiale che col tempo si trovò messa da parte, da Maria Hardouin dei Duchi di Gallese, la moglie da cui il poeta non divorziò mai, ad Albina Lucarelli Becevello, la cuoca del Vittoriale ribattezzata «Suor Albina» o «Suor Intingola» o «Suor Ghiottizia» che nutrì e coccolò d’Annunzio fino al giorno della sua morte.
Antonella Monzoni ha cercato le tracce lasciate da queste donne nelle loro stanze, negli oggetti e negli arredi che riportano alla loro esistenza, nel tentativo di raccontare un universo femminile ricco di memorie, di silenzi, di rimorsi e rimpianti.
Eleonora Duse e Gabriele d'Annunzio ebbero una tormentata relazione amorosa tra il 1895 e il 1904, forse la piĂą famosa e importante mai intrattenuta dal Vate soprattutto per la connessione artistica tra i due. La musa, tuttavia, non ebbe mai la possibilitĂ di visitare il Vittoriale. Ramona Zordini, attraverso le sue fotografie crea un universo immaginario in cui Eleonora Duse abita la villa di Gardone Riviera e documenta una sua immaginaria presenza.
La mostra s’inserisce nel palinsesto della VII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana e quest’anno declinato attorno al titolo “Testimoni”, che porta nei luoghi espositivi più prestigiosi della città e della provincia, alcuni dei nomi più importanti e celebrati della fotografia italiana contemporanea.