ARCHIVE IN PROGRESS – Editi e Inediti
Tre mostre dedicate ad alcuni maestri della fotografia italiana nel programma di "Brescia Photo Festival": le personali di Francesco Cito.
"ARCHIVE IN PROGRESS – Editi e Inediti" esplora l’universo creativo di Francesco Cito, vincitore del World Press Photo nel 1996, testimone di frammenti di storia, come i fatti cruenti di mafia e camorra, o i reportage realizzati in teatri di guerra come l'Afghanistan occupato dai sovietici nel 1980, il fronte libanese nel 1983, la Palestina, la Cisgiordania e la striscia di Gaza nel 1987, il campo profughi di Jenin nel 2002, l'invasione dell'Iraq in Kuwait e la guerra del Golfo del 1990; ma anche il palio di Siena e i matrimoni napoletani, fino alla Sardegna meno battuta dai flussi turistici e ai ritratti ai colleghi fotografi.
La mostra, curata da Renato Corsini, raccoglie 150 fotografie in bianco e nero per la maggior parte inedite, preziose testimonianze di un modo di fare fotografia impegnato e colto, che si prefiggono di fare incursioni nel lavoro di Francesco Cito, osservando dall’interno la cifra del suo pensiero, per offrire ai visitatori l’opportunità di scoprirne l’evolversi.
L’esposizione si divide in due momenti: una prima parte documenta i reportage su temi di grande attualità, benché svolti negli anni ’80 e ’90, su Palestina, Coloni Israeliani, Islam e Russia; la seconda parte, che inaugurerà a fine luglio, si focalizzerà sugli scatti realizzati in Italia, dai vigneti della Franciacorta ai vicoli di Napoli.
Francesco Cito è nato a Napoli il 5 maggio 1949. Interrotti gli studi si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia. L' inizio del suo lavoro in campo fotografico avviene nel 1975, con l’assunzione da parte di un settimanale di musica pop-rock (Radio Guide magazine). Nel 1980, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l'Afghanistan occupato dall'Armata Rossa, e al seguito di vari gruppi di guerriglieri che combattevano i sovietici, percorre 1200 KM a piedi. Sue le foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.
Nel 1982-83 realizza a Napoli un reportage sulla camorra, pubblicato dalle maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Sempre a Napoli nel 1978 per The Sunday Times magazine esegue un reportage sul contrabbando di sigarette dall’interno dell'organizzazione contrabbandiera. Nel 1983 è inviato sul fronte libanese da Epoca, e segue il conflitto in atto fra le fazioni palestinesi. È l'unico fotogiornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano.
Nel 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese all'interno dei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e della Striscia di Gaza. Seguirà poi tutte le fasi della prima "Intifada" (1987–1993) e la seconda (2000–2005). Resta ferito tre volte durante gli scontri. Nel 1994 realizza per il tedesco Stern magazine un reportage sui coloni israeliani oltranzisti. Nell'aprile 2002, è tra i pochi a entrare nel campo profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l'assedio israeliano, alle città palestinesi. Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal Venerdì di Repubblica e ancora clandestinamente a seguito dei "Mujahiddin" per raccontare la ritirata sovietica. Tornerà in quelle aree di nuovo nel 1998 inviato dal settimanale Panorama, con l'intento di incontrare Osama Bin Laden, non andato a buon fine a causa dell'inizio dei bombardamenti americani. Nel 1990, è in Arabia Saudita nella Gulf War con il primo contingente di Marine americani dopo l'invasione irachena del Kuwait. Seguirà tutto il processo dell'operazione Desert Storm e la liberazione del Kuwait 27-28 febbraio 1991.
Negli anni 90 segue le varie fasi dei conflitti balcanici. Nel 2000 realizza un reportage sul Codice Kanun, l'antica legge della vendetta di origini medievali nella società albanese. In Italia si occupa spesso di casi di mafia, ma anche di eventi come il Palio di Siena che gli varrà il primo premio al World Press Photo 1996 e altri rilevanti aspetti della società contemporanea. Dal 1997 l’obiettivo è anche puntato sulla Sardegna fuori dagli itinerari turistici, tra il sociale e le tradizioni, lavoro già in parte racchiuso in un libro fotografico. Nel 2007 è invitato dal Governatorato di Sakhalin (Russia), l'isola ex colonia penale raccontata da Checov, per un lavoro fotografico, sul territorio, illustrando la vita e le attività produttive, a seguito della scoperta di ingenti giacimenti petroliferi. Lavoro divenuto una mostra e un libro pubblicato in Russia. Nel 2012 la prestigiosa casa di gioiellieri parigini Van Cleef & Arpels gli commissiona la realizzazione di un lavoro fotografico in cui descrivere l'operosità attraverso le mani dei loro artigiani nel confezionare i gioielli più esclusivi del mondo.
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 15 alle 19 (ultimo ingresso ore 18)
Le mostre si inseriscono nel palinsesto della VII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana e quest’anno declinato attorno al titolo “Testimoni”, che porta nei luoghi espositivi più prestigiosi della città e della provincia, alcuni dei nomi più importanti e celebrati della fotografia italiana contemporanea.