Si apre ad un nuovo percorso il Fantonihub che dal 17 al 31 gennaio dà un nuovo spazio agli ex allievi della Scuola d’Arte Fantoni che oggi si stiano sperimentando in una propria ricerca artistica.
Lo spazio, voluto dalla collaborazione tra la Provincia di Bergamo e la Scuola d’Arte Andrea Fantoni, è nato proprio come luogo di incontro e proposte, con una particolare attenzione agli allievi e a chi in passato ha frequentato la scuola stessa come Olivier Russo.
Con questa esposizione arriva al Fantonihub l’arte contemporanea – in senso stretto – grazie ad un progetto nuovo che Olivier Russo e Silvia Ontario hanno appositamente pensato per questo luogo.
Alla mostra si affiancano una serie di iniziative progettate dagli artisti: venerdì 24 gennaio alle 18 una performance sonora a cura del progetto “A.J” radio; sempre il 24 gennaio e il 30 gennaio attività in collaborazione con gli artisti al mattino per gli studenti della Scuola d’Arte Fantoni e alle 18 per chiunque voglia partecipare.
“Le opere esposte in mostra vogliono essere una critica alla nostra odiata/amata società che ci ha ormai trasportato al compimento del pensiero che tutto è – o può essere – superficiale” scrivono gli artisti.
Una delusione da hinterland che diventa solitudine generale e che cresce a dismisura diventando sempre più obesa. “La cura per questo lassismo post-umano – continuano - è l’allontanamento da qualsivoglia immagine odierna, consumistica, capitalistica, per (ri)collegarci infine, nuovamente, ad una visione frequenziale interiore legata al ritorno naturale dell’Essere”.
Un ritorno sempre più attuale con il voluto allontanamento di molti dalle metropoli. La mostra vuole formare un ecosistema generale, mellifluo e onirico, in modo da far “sprofondare”appieno lo spettatore nell’ambiente che lo circonda.
Saranno presenti due installazioni riconducibili sia a dei ripetitori sia a dei portabandiere capaci di creare un’unione/fruizione con lo spettatore, sia in modo consapevole che involontario.
Vi saranno inoltre tre disegni ambientali, in grafite e carboncino su carta ruvida, esteticamente riconducibili a baracche che racconteranno della ricostruzione di alloggi precari per la nuova società dell’Uomo; insieme ad alcune stampe (esposte precedentemente in GAMeC). Importanti saranno gli elementi sonori generali studiati da Prama in coerenza con il tema della mostra.
