Non chiamatemi morbo
In Carrara una mostra fotografica, un convegno e un laboratorio per parlare del Morbo di Parkinson.
Dal 14 maggio al 6 giugno 2021 l’Accademia Carrara dedica spazio ai temi della fragilità.
La Carrara, da sempre sensibile all’inclusività, dedica il mese di maggio al tema della fragilità e in particolare alle persone affette da Parkinson, grazie a una mostra fotografica di Giovanni Diffidenti raccontata dalle voci di Lella Costa e Claudio Bisio, realizzata in collaborazione con Confederazione Parkinson Italia.
Nel periodo di mostra un convegno sulle forme di accessibilità e inclusione, in collaborazione con Associazione Italiana Parkinsoniani, e un nuovo appuntamento con Dance Well la pratica artistica di libera espressione corporea a cura di Orlando Festival con Accademia Carrara e Festival Danza Estate.
Non chiamatemi morbo Storie di resistenza al Parkinson fa tappa a Bergamo la mostra fotografica itinerante di Giovanni Diffidenti raccontata dalle voci di Lella Costa e Claudio Bisio arriva in Accademia Carrara dopo le esposizioni a Milano, Genova e Trento Storie vere di persone con Parkinson, che sanno fare riflettere e divertire, commuovere e pensare.
La mostra, che ha per tema una malattia tanto diffusa quanto poco e mal conosciuta, costituisce un’occasione per sensibilizzare il pubblico, sottolineando l’importanza della diagnosi precoce, e per combattere lo stigma e l’isolamento sociale che riguarda le persone con Parkinson le immagini di Giovanni Diffidenti, insieme ai testi di Roberto Caselli interpretati da “Mr o Mrs
Parkinson” Lella Costa e Claudio Bisio rispondono all’esigenza di mostrare come il benessere e una buona qualità della vita sono necessari e possibili per le persone affette da Parkinson.
I due attori, con le loro inconfondibili voci, da ascoltare tramite una APP gratuita, danno vita a una narrazione in cui è la malattia in prima persona a guidare il visitatore alla scoperta della vita dei
protagonisti, tra questi il giornalista Vincenzo Mollica e il divulgatore scientifico Edoardo Boncinelli dai momenti difficili alle personali strategie di resilienza che ognuno di loro ha saputo applicare nella propria quotidianità L’allestimento è curato dall’architetto Franco Achilli.
Foto Giovanni Diffidenti