Oro ai nostri polsi, piombo ai vostri orecchi
In occasione dell'inaugurazione della mostra "Non pensare all'elefante rosa" di Traffic Gallery, in apertura avrĂ luogo la long performance "Oro ai nostri polsi, piombo ai vostri orecchi" di Valerio Eliogabalo Torrisi con un testo di Salvatore Cristofaro.
Traffic Gallery, in collaborazione con Galleria Ramo, inaugura la mostra "Non pensare all'elefante rosa" di Hyun Cho e Giulio Zanet, curata da Sara Parolini e con la direzione artistica di Giorgia Massari, un'esposizione che si propone come un contenitore di simboli della pop culture, propri della nostra cultura capitalista, evidenziandone potenzialitĂ e limiti. In onore della cerimonia di apertura, un evento dal titolo "Oro ai nostri polsi, piombo ai vostri orecchi", nel quale durante la long performance Valerio Eliogabalo Torrisi ridarĂ vta a tutte le idee silenziate e alienate.
Chi può dire di esistere veramente? Di essere visto ed essere ascoltato? Quanto lo sguardo di qualcuno può alienarci? Valerio Eliogabalo Torrisi, con la long performance Oro ai nostri polsi, piombo ai vostri orecchi, ridà vita a tutte quelle identità silenziate, condotte e alienate, ridotte a bestiame e a untori della virilità . Siamo nella primavera del 1941 quando Nuvola Bionda, un certo Vincenzo, suonava le campane che aveva al collo, ai polsi, alle caviglie. Ci troviamo a Carbonia, in Sardegna, un eremo per pederasti, comunisti e nemici della morale, del buon costume e del regime. Carbonia era un luogo di isolamento per tutti gli strani, i gay, i troppo poco virili, gli ambigui, gli amanti segreti dei generali e per tutti quelli che erano come Vincenzo, un ragazzo innamorato di Nicola, il figlio del fornaio. A Carbonia non bastava essere un recluso, un prigioniero costretto a lavorare in miniera, ma serviva essere anche una bestia, umiliato e oggettivato come un animale da macello. A Carbonia, un certo generale Calascione aveva trovato un particolare modo per mettere in allerta i cittadini e difendere la loro virilità . A Carbonia i pederasti dovevano indossare campanelle al collo, ai polsi e alle caviglie, segnalandosi così ai puri e religiosi abitanti. Ecco gli strani, li senti? Le campanelle suonano, i sonagli danzano e la santa verginità del buco del culo di quei veri maschi virili è salva, avrebbe detto Mario Mieli.
La long performance Oro ai nostri polsi, piombo ai vostri orecchi mostra un momento di contagio identitario, dove l’individuo diviene ampio, plurimo e sonoro. Il tintinnio si propaga, il corpo si palesa e lo sguardo si dispone. Valerio Eliogabalo Torrisi diventa l’untore, il profanatore di quella antica virilità , l’amante segreto del luogo che il luogo stesso vuole celare. Ma il contagio è veloce, troppo diffuso, e ciò che prima doveva allarmare svanisce, si disperde e si riversa in cartografie del molteplice.
Testo di Salvatore Cristofaro