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Lunedì
24
Febbraio

L'invisibile si fa danza

Il Teatro Tascabile di Bergamo propone "Fiore di Tenebra. La Danza Butoh", un momento di approfondimento e riflessione sulla danza Butoh giapponese: ospita la mostra fotografica “L’invisibile si fa danza” di Fabio Massimo Fioravanti

La mostra si compone di 40 fotografie - realizzate negli anni 2016 / 2024 in Italia e in Giappone - di danzatori Butoh diversi per stile, generazione di appartenenza e nazionalità. Si va dal leggendario Akira Kasai, considerato uno dei tre storici “fondatori” del Butoh (insieme a Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno) a Kan Katsura, da Ima Tenko a Atsouchi Tachenouchi, da Masami Yurabe a Fukurozaka Yasuo, da Reiji Kasai a Kentaro Kujirai, fino ai giovani Riko Murakami, Ken Iv, Cao Yuan e Du Yufang. Prevalentemente di nazionalità giapponese, sono ritratti anche butoka italiani, francesi, americani e filippini.

La mostra - oltre ad essere un reportage sul Butoh - vuole indagare il rapporto tra visibile e invisibile, i confini tra ciò che è visibile, ciò che non è visibile e ciò che a volte crediamo - o pensiamo - di vedere. Fin dagli inizi la fotografia è stata profondamente affascinata dalla danza Butoh perché quest’arte performativa porta il linguaggio fotografico ai suoi limiti estremi, interrogando la fotografia nella sua essenza più vera: che cosa è il vedere? Cosa vediamo realmente? Cosa crediamo di vedere? Quale rapporto si stabilisce tra ciò che vediamo e ciò che rimane fuori scena? Un’arte anti-spettacolare, non rappresentativa, non narrativa, a volte quasi “invedibile” (spesso si svolge completamente al buio) interroga la fotografia (scrittura con la luce) nel suo profondo. Come scrive Katja Centonze nel libro Kyoto Butoh-kan: “Dalle immagini finali, ma anche dall’atto stesso dello scatto e il processo che esso implica, emerge quel segreto rapporto di connivenza e osmosi tra fotografo e performer (tra fotografia e Butoh), che si riflettono a vicenda in un paesaggio e passaggio unico di ombre”. Ecco perché alcuni grandi fotografi sono stati attratti dal Butoh e lo hanno fotografato, come Heiko Hosoe o William Klein, producendo capolavori assoluti della Storia della Fotografia.

Fabio Massimo Fioravanti dopo la laurea in Lettere Moderne inizia l’attività di fotografo professionista collaborando con riviste italiane e straniere, case editrici e agenzie d’immagini. Unisce le sue due grandi passioni di vita - il viaggio e la fotografia - realizzando numerosi reportage fotografici sul Giappone, l’Asia Centrale, l’India, l’Africa del sud ed il Medio Oriente. Collabora con numerosi artisti - pittori, musicisti, scrittori, attori, performer - a progetti multidisciplinari in comune; con il J.P.A.R.C. (Japanese Performing Arts Research Consortium) di Kyōto; con la Scuola Teatro Kongō, una delle quattro Scuole in cui si tramanda il teatro Nō. Nel 2020 ha vinto - in collaborazione con Anna Onesti - il Premio Internazionale della Fondazione Cesare Pavese. Ha pubblicato vari libri fotografici tra cui Kyoto Butoh-kan, Voglino Editrice 2021 e Una storia quasi solo d’amore, Feltrinelli 2018. E’ autore di numerose mostre - personali e collettive - in Italia e Giappone. Tra le sue ultime mostre troviamo L’invisibile nella danza Butoh e nel teatro Nō, The Side Gallery, Kyoto, 2024, L’invisibile si fa danza, Fondazione De Marchis, L’Aquila 2024 e Oltre il Ventaglio, Castello di Moncalieri, Torino, 2023.

Il biglietto è gratuito, si consiglia di prenotare cliccando qui.

Fiore di tenebra. La danza Butoh
È il primo appuntamento del 2025 di #tuoCarmine. progetto internazionale tra teatro, arte, architettura, vita che dal 21 febbraio al 9 marzo 2025, presso il Monastero del Carmine di Bergamo, inaugura il ciclo dei momenti di approfondimento e riflessione che il Teatro Tascabile dedicherà nel 2025, e nei prossimi anni a venire, alle differenti forme dell’arte, ai maestri teatrali del ‘900, al teatro di gruppo, al teatro e alla danza orientale e occidentale, alla letteratura, il cinema, le arti circensi, alla pedagogia e formazione dell’attore.
Oggetto del primo incontro è la danza Butoh, che nasce in Giappone alla fine degli anni ’50 come segno di rivolta, come contestazione della rigidità della tradizionale danza Noh, del teatro Kabuki e del balletto classico europeo, molto diffuso e amato in Giappone fin dall’inizio del secolo scorso. Le prime rappresentazioni dello stile generarono grande sconcerto e la critica fu assai aspra, fino a negare il Butoh come forma di danza. Così i suoi primi interpreti, incompresi ed emarginati in Giappone, furono costretti a emigrare in Occidente dove il Butoh fu accolto e metabolizzato negli anni ’80.
Considerata come una variante aggiornata del classicismo, per quanto celato sotto forme e movimenti più primitivi, consapevole della precarietà dell’umano nell’era atomica e della crescente disgregazione sociale, il Butoh ripudia l’idea occidentale del bello, “è il cadavere che vuole mettersi in piedi a tutti i costi” (Tatzumi Hijikata fondatore del Butoh).

È una danza interiore, poetica e meditativa, una danza che riassume in sè Oriente e Occidente, il cui scopo è togliere, arrivare all’essenziale, retrocedere e farsi strumento, attraverso un movimento che è un fluire continuo e armonioso di forme che non si fissano mai rigidamente, ma vivono una sempre nuova epifania nell’esperienza individuale di ciascun danzatore.

L'iniziativa è in collaborazione con UniBg. In programma incontri, conferenze, esposizioni, proiezioni e spettacoli con i performer Taketeru Kudo (Giappone) e Alessandra Cristiani (Italia), gli studiosi Matteo Casari, Maria Pia D’Orazi, Samantha Marenzi, Katja Centonze, Cristian Pallone e il fotografo Fabio Massimo Fioravanti.

Informazioni

Prezzo: gratuito
Prenotazione: consigliata

Data e Ora

Inizio: lunedì 24 febbraio 2025 09:00

Fine: domenica 9 marzo 2025 18:00

Giorni di apertura
L
M
M
G
V
S
D
Luogo
Monastero del Carmine

Bergamo, via Bartolomeo Colleoni, 21