Bossetti, oggi l’udienza in Cassazione Ultimo atto, il muratore non sarà in aula
Oggi alle 10 è prevista a Roma l’udienza in Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale.
Oggi alle 10 è prevista a Roma l’udienza in Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale.
Depositate le motivazioni dell’ergastolo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Un’indagine da riscrivere e un imputato che è un «testone, un crucco». Avanti con il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio. In Tribunale a Bergamo Massimo Bossetti e la parola è ancora per la difesa del muratore di Mapello.
«La sua vita è casa, lavoro, famiglia e questi sono i dati concreti, non congetture». Lo dice l’avvocato Claudio Salvagni, riferendosi a Massimo Bossetti nel processo relativo alla morte di Yara Gambirasio.
Massimo Bossetti si aspetta una richiesta di ergastolo da parte del pm? «Certo, glielo abbiamo detto: “o è bianco o è nero”». A parlare durante una pausa dell’udienza sono i legali dell’unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Massimo Bossetti sarà chiamato il prossimo 4 marzo a rispondere alle domande dell’accusa. Ma potrebbe anche rifiutarsi.
Alla vigilia della nuova udienza del processo Bossetti in programma mercoledì 3 febbraio, dedicata alla questione del Dna, il genetista Marzio Capra, consulente della Difesa, commenta questo processo sempre più delicato.
Il carpentiere di Mapello, dopo aver parlato al mattino, è intervenuto anche durante l’udienza del pomeriggio per scusarsi di aver raccontato la storia del tumore alla testa. «Ma in quel cantiere di Seriate non mi pagavano mai».
Una deposizione di cinque ore, quella di Lorusso, che di fatto ha puntellato il castello delle accuse, con qualche dettaglio inedito.
Ci siamo, alle 8.30 il Tribunale di Bergamo ha aperto le sue porte e alle 9.21ha avuto inizio il processo che vede imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio Massimo Bossetti. L’arrivo del carpentiere di Mapello è avvenuto alle 8.48, da via Garibaldi, mentre il suo avvocato, Claudio Salvagni, è giunto alle 8.35.
Tutti i numeri del caso Yara, dalla scomparsa della ragazza al ritrovamento del corpo, fino all’arresto di Massimo Bossetti e all’avvio del processo. In mezzo una complessa e lunga inchiesta.
«Cara mamma, è con tantissima rabbia che purtroppo ti scrivo questa mia lettera»: si apre così la lettera - resa nota venerdì sera dalla trasmissione «Quarto grado» - che Massimo Bossetti ha scritto alla madre Ester Arzuffi dal carcere di Bergamo.
«È stata con Guerinoni? Me lo dica, me lo dica adesso». È la sera del fermo di suo marito Massimo, e Marita Comi (insieme agli altri familiari) è in una sala d’aspetto della caserma dei carabinieri, in cui sono state messe delle cimici. Si rivolge alla madre di Bossetti, Ester, e il confronto è aspro.
A quattro anni esatti dal terribile giorno in cui fu ritrovato il corpo di Yara Gambirasio, dopo un lavoro imponente tradotto in oltre cinquanta faldoni di indagine, il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha chiuso l’inchiesta sull’omicidio della tredicenne di Brembate Sopra.
Dopo 137 giorni in assoluto isolamento, Massimo Bossetti è stato trasferito e ora condivide la cella con altri tre detenuti.