Contratto tute blu, le imprese bocciano l’aumento di 280 euro
LA QUERELLE. Per Federmeccanica non rispetta le regole contrattuali. Fim, Fiom e Uilm: inaccettabile rivedere le richieste della piattaforma.
LA QUERELLE. Per Federmeccanica non rispetta le regole contrattuali. Fim, Fiom e Uilm: inaccettabile rivedere le richieste della piattaforma.
IL RINNOVO. L’intesa dopo una trattativa durata mesi. Le tute blu interessate in Bergamasca sono 17mila. I sindacati: «Buona partenza, ora la parte normativa».
L’IPOTESI DI ACCORDO. L’aumento medio si attesta a 1.017 euro lordi. Lunedì assemblea al sito di Dalmine, martedì alla sede in città.
PREVISIONI. Imprese «spiazzate» dall’Istat. Piccinali (Confindustria): le aziende ora devono trovare le soluzioni per recuperare i maggiori costi.
DA GIUGNO. Nel contratto nazionale inserita per la prima volta una clausola di garanzia legata all’inflazione. L’incremento doveva essere di 27 euro. I sindacati: «Così si compensa il costo della vita più elevato».
Interessato lo stabilimento di Dalmine che perde alcune linee spostate in altri siti europei. Il polo bergamasco (850 addetti) diventa centro globale per gli interruttori. Le prime reazioni sindacali.
Solo il Ccnl di Federmeccanica e Assistal coinvolge 50 mila lavoratori sul nostro territorio. Uliano (Fim): importante dare una copertura economica e normativa. Rota (Fiom): gli aumenti sono necessari.
Il principio generale si può riassumere in questi termini: anche se l’azienda decide di non fare ricorso agli ammortizzatori sociali e di non richiedere la decontribuzione, non può licenziare. Almeno fino al 31 dicembre di quest’anno. Ma la casistica non si esaurisce qui, tutt’altro. Attraverso alcuni casi limite, è possibile ricostruire ciò che prevede il decreto Agosto riguardo al blocco dei li…
Gli allarmanti dati della Fiom sul settore metalmeccanico . Nel 2016 nella Bergamasca 591 richieste di messa in mobilità.
Licenziamenti in aumento nel comparto metallurgico. Si tratta di dati in controtendenza rispetto agli ultimi rilevamenti mensili da parte dell’Istat, che fotografano una situazione di profonda crisi, nella quale sono coinvolti molti settori produttivi lombardi.
Per i lavoratori del settore metalmeccanico l’annunciata ripresa non cancella i licenziamenti: 531 esuberi a ottobre, 4218 dall’inizio dell’anno in Lombardia.
Cassa integrazione ancora in calo per i metalmeccanici lombardi, ma non c’è l’inversione di tendenza, sostiene la Fiom.