Strage di Dacca, 7 condanne a morte Nell’attentato morì anche Maria Riboli
La giovane manager di Solza aveva 33 anni e una bimba piccola quando perì nell’attentato a un caffè di Dacca, in Bangladesh, nel 2016.
La giovane manager di Solza aveva 33 anni e una bimba piccola quando perì nell’attentato a un caffè di Dacca, in Bangladesh, nel 2016.
Un concorso di moda rivolto ai giovani: così il Comune di Bergamo, il Comune di Borgo di Terzo, quello di Solza, di Vigano San Martino e all’Istituto d’Istruzione Superiore “Caterina Caniana” hanno deciso di ricordare Maria Riboli, la trentatreenne bergamasca uccisa durante l’assalto jihadista a Dacca lo scorso luglio.
La polizia antiterrorismo del Bangladesh ha ucciso oggi in uno scontro a fuoco Nurul Islam Marzan, leader del movimento clandestino Jama’atul Mujahideen Bangladesh (Jmb), considerato il responsabile operativo dell’attacco l’1 luglio scorso al ristorante Holey Artisan di Dacca in cui furono uccise 22 persone, tra cui la 34enne bergamasca Maria Riboli.
Una valle intera si mobilita nel ricordo, senza clamori e con misurata dignità. A un mese dalla morte di Maria Riboli, la famiglia, sostenuta dalla comunità, ha scelto di ricordare lei, le 20 vittime (di cui nove italiane) dell’attentato di Dacca del primo luglio scorso e le vittime del terrorismo.
È stato il giorno - venerdì 8 luglio - dei funerali, a Borgo di Terzo, di Maria Riboli, la mamma di 33 anni uccisa in un attacco terroristico a Dacca, in Bangladesh, dove era per lavoro. L’addio alle 16,30, ma già alle 15 la chiesa parrocchiale era gremita.
L’Amministrazione intende così esprimere il cordoglio della città di Bergamo ai familiari delle vittime e invita tutti i cittadini a partecipare.
La camera ardente è semplice, semplicissima: la bara di Maria,un tralcio di rose bianche. Su una parete, un quadro con colorate figure stilizzate, forse un ricordo di viaggio.
È il tempo delle lacrime per Solza e Vigano San Martino, i due paesi in cui Maria Riboli è cresciuta e ha vissuto da moglie e mamma.
È stata una morte lenta quella dei nove italiani uccisi in Bangladesh, anche perché non sono stati raggiunti dal colpo di grazia.
L’hanno potuta rivedere per l’ultima volta, hanno potuto piangere sulla sua bara. Il marito Simone Codara, le sorelle Silvia e Graziella e il fratello Mauro hanno accolto martedì 5 luglio a Ciampino il feretro di Maria Riboli, 33 anni, uccisa nell’attentato di Dacca, in Bangladesh.
Si è conclusa all’aeroporto militare di Ciampino la cerimonia per accogliere le bare delle nove vittime italiane arrivate questo pomeriggio da Dacca. I carri funebri hanno lasciato Ciampino per dirigersi all’ospedale Gemelli, dove mercoledì saranno eseguite le autopsie.
Le salme dei nove italiani uccisi venerdì scorso nell’attentato di Dacca, tra quella cui la mamma bergamasca Maria Riboli, rientreranno in Italia «il più presto possibile». Forse già nella serata di martedì 5 luglio, come annunciato dal ministro Paolo Gentiloni.
L’uomo non è andato in Bangladesh dove la moglie è rimasta vittima dell’attentato.
Adele, Nadia, Vincenzo, Claudia, Cristian. E Maria, «semplicemente una bergamasca vera». Luca Zenoni ha perso tanti amici nell’attentato compiuto venerdì sera dai miliziani dell’Isis in un ristorante a Dacca, capitale del Bangladesh.
Una donna bergamasca, Maria Riboli, è morta nella strage di Dacca, capitale del Bangladesh.