Anticorruzione, bufera in Regione Dettori lascia la presidenza
L’ex procuratore capo di Bergamo ha rassegnato le dimissioni da Arac. Maroni: fratture insanabili nei rapporti personali tra i componenti.
L’ex procuratore capo di Bergamo ha rassegnato le dimissioni da Arac. Maroni: fratture insanabili nei rapporti personali tra i componenti.
Il procuratore capo Francesco Dettori è andato in pensione. In questa intervista spazia dal caso Yara agli ultras, e lancia l’allarme per le infiltrazioni della criminalità organizzata.
Il procuratore capo Francesco Dettori ha lanciato l’allarme in una conferenza stampa venerdì 30 ottobre: se non scoverà una soluzione e non si potrà rinnovare il contratto ai lavoratori socialmente utili che operano in procura, la prima conseguenza sarà la chiusura dell’ufficio 415 bis che è quello che si occupa della digitalizzazione dei fascicoli.
Caso Yara, dopo il botta e risposta innescato il 28 gennaio con il difensore di Bossetti, interviene nuovamente il procuratore di Bergamo Francesco Dettori.
L’avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti:«Le affermazioni del procuratore Francesco Dettori sono emblematiche delle difficoltà della Procura nell’ammettere gli evidenti e già acclarati errori compiuti».
«Una cosa è certa. Monella non scapperà. Non si comporterà come Marcello Dell’Utri. È per questo motivo che da parte dell’autorità giudiziaria non c’è tutta questa fretta di disporre la sua carcerazione».
È una questione che per ora si gioca sul filo del cavillo, in attesa di che cosa deciderà il presidente della Repubblica Per evitare il carcere Antonio Monella, l’imprenditore condannato in via definitiva a 6 anni e due mesi, può sperare in un ulteriore rinvio dell’esecuzione della pena
«Credo che si possa tranquillamente andare a giudizio immediato». Così il procuratore di Bergamo Francesco Dettori ospite su Radio 24, parla del caso Yara Gambirasio. «La decisione di richiederlo - aggiunge - spetta al pm Ruggeri, ma ritengo di sì».
Conferenza stampa degli inquirenti dopo il fermo di Massimo Bossetti. Il procuratore capo Dettori: «Polemiche aride e stupide sulle cifre impiegate per l’indagine: di fronte ad un’adolescente uccisa, lo Stato non deve badare a spese».
«Massimo Bossetti - l’artigiano edile di 43 anni accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio – non è figlio di quello che da tutti, fino a lunedì, era considerato suo padre: Giovanni Bossetti». Secondo fonti romane lo avrebbe stabilito un test di paternità.
«Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo» sul fermo di Massimo Giuseppe Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio. E' quanto ha detto il procuratore di Bergamo Francesco Dettori.
Prima notte in carcere per Massimo Giuseppe Bossetti, fermato ieri per l’omicidio di Yara Gambirasio. Una notte trascorsa necessariamente in completo isolamento , ma sotto stretta sorveglianza, guardato a vista insomma dagli agenti di polizia penitenziaria.
«Celebrare i 200 anni della nostra Storia significa, ribadire ed arricchire il patrimonio di valori umani ed etici che le generazioni precedenti ci hanno tramandato. L’Arma dei Carabinieri sente forte il legame con il suo passato». Consegnati encomi e riconoscimenti a uomini dell’Arma.
L’imprenditore Gianfranco Gamba è vittima e non reo. Questo in sintesi quando riferito alla stampa da pm Maria Cristina Rota e dal Procuratore capo Francesco Dettori. Per Gamba non vi è inoltre alcun procedimento aperto a suo carico.
Due milioni e 689 mila euro. È l’importo complessivo liquidato dalla Procura di Bergamo per le operazioni di intercettazione telefonica nel periodo che va dal 1 luglio 2012 al 30 giugno 2013. Cifre da capogiro e da record.
«Per arrestare qualcuno in flagranza ci vuole un controllo capillare del territorio. Ma è chiaro – osserva il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori – che per quanto l’impegno sia massimo non si può controllare ogni centimetro del territorio».
«Il caso Yara? Per noi è come se fosse il primo giorno. Siamo vicini alla famiglia e continuiamo a lavorare con tutte le nostre forze per risolvere il caso. È anche un dovere morale, oltre che professionale. Posso garantire che nessuna pista viene tralasciata».
«Siamo arrivati a stabilire l’identità del padre del killer e questo risultato è dipeso dall’impegno, dalla capacità degli investigatori e dal valore delle loro intuizioni. Il dramma è che quando siamo arrivati al suo nome abbiamo scoperto che è morto nel 1999».
Alla presenza del Gen.C.A. Vito Bardi, Comandante in Seconda, nonché Ispettore per gli Istituti di Istruzione della Guardia di Finanza e del Comandante dell’Accademia, Gen.D. Giuseppe Zafarana, si è svolta la cerimonia di apertura dell’anno accademico.
Tre anni senza Yara. Non ci sarebbe altro da aggiungere, tanto è vivido nella gente il ricordo di quel venerdì 26 novembre del 2010, quando Yara scomparve mentre rincasava dopo essere stata al centro sportivo.