Ezia Maccora racconta la sua lotta «Ricoverata, Bergamo nel cuore»
Nel suo racconto la giudice, uno dei magistrati milanesi contagiati da Covid-19, dà conto di tutti i momenti «difficili” della sua lotta contro il virus.
Nel suo racconto la giudice, uno dei magistrati milanesi contagiati da Covid-19, dà conto di tutti i momenti «difficili” della sua lotta contro il virus.
Non avrà un colpevole la morte di Behexhed Bushi, il 26enne albanese rimasto ucciso ad un posto di blocco dei carabinieri mentre fuggiva dopo un furto il 23 novembre 2013 a Bolgare.
Il piccolo ricoverato al policlinico di Ponte San Pietro con strane ecchimosi: adesso sta bene, nonostante le lesioni. Il padre ripreso dai carabinieri mentre schiaffeggia e scrolla il figlioletto: «Volevo solo che smettesse di piangere».
I legali di Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, hanno presentato questa mattina al Tribunale della Libertà di Brescia ricorso in appello contro l’ordinanza del gip Ezia Maccora che ha respinto l’istanza di scarcerazione del carpentiere di Mapello.
Due anni e quattro mesi. E’ la condanna inflitta con il patteggiamento dal Gip Ezia Maccora a Loredana Zenca, la ragioniera del Comune di Stezzano finita sotto inchiesta per una serie di bonifici sospetti effettuati dal conto corrente della pubblica amministrazione, per quasi 900 mila euro.
«Ricostruzioni diverse e confuse» e «comportamento incoerente in merito alla ricostruzione dei suoi spostamenti». Così il gip Ezia Maccora, in cinque pagine di ordinanza, liquida la condotta di Massimo Bossetti.
Ricorreranno al Tribunale della libertà di Brescia i legali di Massimo Bossetti, dopo che il gip ha respinto un’istanza di scarcerazione ritenendo che sussistano i gravi indizi di colpevolezza a carico del muratore arrestato per l’omicidio di Yara.
Il gip Ezia Maccora ha rigettato lunedì 15 settembre l’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Massimo Bossetti, l’artigiano sospettato di aver ucciso Yara Gambirasio, perché sussistono gravi indizi di colpevolezza e perché c’è il pericolo di reiterazione del reato. Bossetti resta dunque in carcere.
Il gip Ezia Maccora ha dichiarato inammissibile l’istanza di scarcerazione di Massimo Bossetti in quanto non è stata notificata dai proponenti agli avvocati della parte offesa. Ora i legali dovranno ripresentare il tutto in modo corretto.
Un ufficiale giudiziario in servizio al tribunale di Bergamo è stato arrestato per corruzione giovedì dalla Guardia di finanza. L’uomo, 44 anni residente in città, è stato sorpreso mentre intascava 250 euro da un inquilino moroso, secondo l’accusa, per ritardargli lo sfratto.
«Vorrei chiedere a mia madre: è vero che non sono figlio di papà Giovanni, ma di Giuseppe Guerinoni?». Massimo Bossetti, l’artigiano edile di Mapello in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara, lo aveva spiegato al gip. Genitori attesi in carcere sabato.
È tornata in libertà Loredana Zenca, la ragioniera del Comune di Stezzano finita sotto inchiesta per una serie di bonifici sospetti effettuati dal conto corrente della pubblica amministrazione, per quasi 900 mila euro.
Prosegue a Parma il lavoro dei Ris sui reperti trovati nei veicoli di Massimo Bossetti. Un lavoro che si preannuncia lungo e non semplice e che al momento non ha ancora riservato colpi di scena: per ora nessuna traccia di Yara è stata trovata.
«Certo che passavo da Brembate Sopra. A volte tagliavo anche per via Rampinelli, per evitare il casino alla rotonda o, se mi fermavo al bar per una birretta, per evitare eventuali controlli in via Locatelli, dove si mettevano spesso i vigili».
«Sì, il papà di Yara sarà venuto due o tre volte sul cantiere di Palazzago di mio cognato Osvaldo Mazzoleni, sarà stato il mese di dicembre del 2010. Ricordo che parlava proprio con mio cognato Osvaldo, penso che si conoscessero già da prima, e diceva che sua figlia era scomparsa».
Non è quella di Mapello, via Natta, l’ultima cella agganciata dal cellulare di Yara Gambirasio. E non è alle 18,49 l’ultimo segnale del suo telefonino di marca «Lg». C’è infatti un dato non citato nel decreto di fermo del pm Letizia Ruggeri, e neppure nell’ordinanza di custodia cautelare.
Per difendersi Massimo Giuseppe Bossetti ha rispolverato, davanti ai magistrati di Bergamo, un'ipotesi già circolata qualche settimana dopo la scomparsa della ragazzina di Brembate di Sopra: l'omicidio come «vendetta contro il padre» la punizione per uno sgarro.
«Come si pone di fronte a questa contestazione?». «Innocente». Carcere di via Gleno, Bergamo, giovedì 19 giugno, ore 9,36. A porgere la domanda è il giudice per le indagini preliminari Ezia Maccora, a rispondere è Massimo Bossetti, l’artigiano edile di Mapello fermato con l’accusa di aver ucciso Yara.
«Non ho nessuna doppia vita. I locali di latino americano? Non ci vado: io non so ballare, sono la negazione del ballo. Le lampade e i centri benessere? È vero, ci andavo, inizialmente ho minimizzato solo per pudore».