«Truffata sulle opere d’arte. Così mi sparirono 100 milioni»
IL CASO. La cognata dell’ex sindaco Gori parte civile al processo a carico del manager Cerea: «Mi fidavo di lui». La difesa punta sulla pista svizzera.
IL CASO. La cognata dell’ex sindaco Gori parte civile al processo a carico del manager Cerea: «Mi fidavo di lui». La difesa punta sulla pista svizzera.
Il manager 59enne di Bergamo, che possiede una delle quattro copie del «Bacio» di Hayez condannato a tre anni di carcere per false dichiarazioni nella voluntary disclosure.
Le richieste degli avvocati difensori nel processo al manager Gianfranco Cerea, accusato di false dichiarazioni nella voluntary disclosure relativa al periodo 2009-2013. «È un collezionista e non un mercante. Prova ne sia che all’estero dal 2009 al 2013 ha venduto tre opere d’arte e ne ha acquistate 325».
Il processo, le difese: da assolvere Polotti, Santus, Manzoni e Folonari. «Scelte fatte in buona fede e informazioni non nascoste a Bankitalia».
Parla Andrea Pezzotta, legale insieme ad Enrico Mastropietro, dell’imprenditore di Arzago d’Adda.
Alla sospensione della pena detentiva di sei mesi la legge non prevede proroghe. Da lunedì quindi potrebbero aprirsi le porte del carcere per Antonio Monella, l’imprenditore edile di Arzago condannato per aver ucciso un ladro albanese che gli stava rubando il suv nel cortile di casa.
Appuntamento domenica, dalle 12,20 alle 15,30, su Bergamo TV con «TuttoAtalanta diretta stadio». Gli ospiti in studio seguiranno la sfida tra Atalanta e Milan commentando le varie fasi. Al termine della gara le interviste agli allenatori Colantuono e Seedorf.
Antonio Monella non andrà in carcere. Quantomeno non subito. Il Tribunale di Sorveglianza di Brescia ha accolto l’istanza degli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Mastropietro per il differimento dell’esecuzione della pena.
Nel bene o nel male settimana prossima potrebbe segnare la svolta per il caso di Antonio Monella. Almeno alcuni dei tasselli della vicenda, ormai diventata di portata nazionale, che vede condannato a sei anni e due mesi di carcere l’imprenditore di Arzago che nel 2006 ha ucciso un ladro.
Antonio Monella, l’imprenditore che nel settembre 2006 uccise il diciannovenne albanese Ervis Hoxa in fuga dopo un furto ai suoi danni, non ci sta e adesso reagisce, mettendo per iscritto il suo pentimento e la sua volontà di rifondere i danni alla controparte
«Antonio Monella non ha mai sottratto i suoi beni e si dice pronto a far fronte, quanto prima, agli obblighi risarcitori». Per voce dei suoi legali, l’imprenditore di Arzago che uccise l’albanese che gli stava rubando l’auto replica ai legali, si dice pronto a pagare.
Si è sfiorato l’incidente diplomatico, ma poi sembra aver prevalso il buonsenso. Una delegazione della Lega e il sindaco di Arzago Gabriele Riva incontreranno mercoledì Antonio Monella, l’impresario edile condannato dalla Cassazione a sei anni per omicidio volontario.
A distanza di 10 giorni dall’ultima rapina, è ritornato nella stessa sala giochi per replicare il colpo: è successo l’altra notte all’interno di «All in», a Grumello del Monte. Il recidivo malvivente sperava in un bis fortunato, ma il blitz dell’altra notte non ha avuto l’effetto sperato.
È la presunta «talpa» dell’inchiesta sul Pgt di Palazzago, l’indagine che ha squassato il paese e che vede coinvolte una cinquantina di persone, tra cui gli ex sindaci Umberto Bosc e Ferruccio Bonacina