Caso Bossetti, la difesa vuol vedere altri reperti
IN TRIBUNALE. Lunedì 7 ottobre a porte chiuse i legali del muratore condannato hanno visionato i guanti su cui vennero isolati due Dna.
IN TRIBUNALE. Lunedì 7 ottobre a porte chiuse i legali del muratore condannato hanno visionato i guanti su cui vennero isolati due Dna.
IL LUTTO. L’ex parroco di Brembate Sopra aveva 84 anni, si è spento lunedì alla Fondazione Piccinelli di Scanzorosciate. Il cordoglio della famiglia Gambirasio. Fu missionario in Ecuador. La camera ardente a Levate, i funerali a Morengo.
È durata circa due ore l’udienza in tribunale a Bergamo, davanti alla Corte d’assise, in cui per la prima volta i legali di Massimo Bossetti, condannato definitivamente all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, hanno potuto visionare i reperti dell’inchiesta: «Il materiale da analizzare c’era».
La madre e la sorella di Massimo Bossetti, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, hanno avviato un’indagine alternativa.
Venerdì il processo a Massimo Bossetti vedrà gli interventi degli avvocati Pezzotta e Pelillo.
«Quell’uomo mi chiede conto di Dio, e io non posso negarglielo». Don Fausto Resmini, cappellano del carcere di Bergamo, è l’unica persona a poter incontrare ogni giorno Massimo Bossetti, in cella di isolamento da oltre due mesi perché sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
«Massimo Bossetti era un tipo rispettoso, ma chiuso». Il presunto assassino di Yara Gambirasio viene descritto così, con poche parole, da Valentina Locatelli, la titolare del centro estetico «Oltremare» di Brembate Sopra.
Anche Bergamo in Diretta torna questa sera - dalle 20,50 su BergamoTv - a occuparsi del caso di Yara Gambirasio. Si farà il punto sulle indagini in corso per valutare in particolare i punti di forza e le contraddizioni dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Massimo Bossetti.
La notizia del fermo del presunto assassino di Yara Gambirasio si è subito diffusa a Brembate di Sopra, paese natio della giovane ragazza uccisa.
E’ stato il fratellino di Yara Gambirasio di sette anni, Gioiele, a tagliare il nastro a Brembate Sopra che avvolgeva il monumento alla bellezza della vita in ricordo di sua sorella, con accanto il parroco don Corinno Scotti, la famiglia Gambirasio, il vicario generale della diocesi monsignor Davide Pelucchi.