Lockdown, i consumi a picco A Bergamo meno 85 per cento
La stima del Centro studi di Confimprese per il mese di marzo Fusini: «Si concretizzino i contributi». Rossi: «Scenario di insicurezza» .
La stima del Centro studi di Confimprese per il mese di marzo Fusini: «Si concretizzino i contributi». Rossi: «Scenario di insicurezza» .
I dati dell’Osservatorio Findomestic relativi alle spesa del 2019 per i beni durevoli: per la telefonia i bergamaschi hanno speso 94 milioni di euro contro i 106 nel 2018. Tutti i numeri.
I consumi degli italiani nel 2018 aumenteranno soltanto dell’1%, la crescita minore dal 2014 ed «inferiore all’1,4% auspicato dal Documento di economia e finanza del governo». Una debolezza che proseguirà anche nel 2019 (+1%) e si accentuerà (+0,7%) nel 2020.
Aumentano il reddito pro capite bergamasco e i consumi. Bene settori come auto, elettrodomestici; male tv e informatica. Questo il quadro bergamasco del rapporto dell’Osservatorio Findomestic, presentato a Milano.
Nei dati elaborati da Findomestic, Bergamo ha superato anche Milano nell’incremento delle immatricolazioni. Il reddito pro-capite a quota 17 mila euro, ma calano gli acquisti di elettronica e dei mobili.
Gli italiani, si sa, amano il caffè: solo il 3% ne fa a meno mentre il 97% lo beve - che sia espresso, americano, cappuccino o macchiato - una o più volte al giorno.
A settembre 2016 il clima di fiducia dei consumatori peggiora per il secondo mese consecutivo, passando da 109,1 punti a 108,7. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese invece, rileva l’Istat, registra un aumento da 99,5 punti a 101, attestandosi sui livelli dello scorso giugno.
Sbarca in città la piattaforma online che fa incontrare produttori locali e consumatori in mercati temporanei per l’acquisto di prodotti freschi, genuini e a chilometro zero. Domenica 18 settembre dalle 18 alle 20, allo spazio giovani Edonè di Redona, si terrà l’inaugurazione dell’«Alveare Tamarindo» con un aperitivo e degustazioni a base di prodotti a km o.
La classifica delle città italiane dove il carrello della spesa è più pesante: Rimini la più costosa, Benevento la più conveniente. Bergamo a metà della classifica nazionale e in Lombardia è sesta.
Coldiretti: triplicati negli ultimi cinque anni gli italiani che fanno la spesa dal contadino nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori dove è stato raggiunto il record di 15 milioni di presenze nel 2015. Vi ritrovate con i dati dello studio? Dove preferite fare la spesa? Scrivetelo nei commenti in fondo all’articolo.
Cresce il reddito pro capite dei bergamaschi, mentre i consumi di beni durevoli hanno una vera e propria impennata. Questa la fotografia della nostra provincia nel 2015, scattata dall’Osservatorio Findomestic.
Anno nuovo, abitudini vecchie. Anche se diversi segnali dicono che la crisi economica (almeno nella sua fase più drammatica) è superata e i consumi sono ripresi, sembra infatti che anche per il 2016 la tendenza delle famiglie lombarde (e bergamasche in particolare) resti quella di risparmiare e fare qualche rinuncia per far quadrare il bilancio domestico.
Consumi in crescita a dicembre. Dopo sette anni di Natale all’insegna della crisi, sono confermati i segnali di ripresa. «È stato un buon dicembre - afferma Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo -. Dopo diversi anni e mesi di stasi nei consumi, questo mese si chiude con un segno positivo, superiore rispetto alle aspettative. Anche le vendite natalizie sono state buone».
Il bilancio della Coldiretti per il Natale 2015: gli italiani hanno speso 2,2 miliardi di euro per piatti e bevande consumati per il cenone della vigilia e il pranzo di Natale. L’82 % ha festeggiato in casa con parenti e amici.
Dopo sette anni il Natale 2015 è il primo che registra consumi in crescita. Secondo la Confcommercio, infatti, la spesa media aumenta del 5% rispetto al 2014 fino a 166 euro a testa, ma resta inferiore del 30% rispetto ai livelli del 2009.
Dopo sette anni di crisi, il Natale 2015 sarà finalmente positivo. Le famiglie spenderanno 10 miliardi per i regali, cioè 166 euro a persona, con un aumento del 5% su anno.
Le stime di Federconsumatori e Abusdef dopo i dati Istat su industria e commercio.
Aumenti di tasse, lavoro che manca e tagli ai servizi. Sono questi i motivi del crollo che l’Istat registra nella fiducia dei consumatori e delle imprese.
Scarpe, oggetti in pelle e accessori, acquisti che fanno «status» e sono «culturalmente visibili». Sono i beni che gli italiani tendono ad acquistare di fronte a un aumento «una tantum» dello stipendio.