Siamo in un futuro non meglio precisato e la Terra è a un passo dalla crisi. L'agricoltura è in ginocchio al punto che l'unico prodotto sopravvissuto alle intemperie e ai cambiamenti climatici che hanno devastato il pianeta è il granoturco. Per garantire la sopravvivenza dell'umanità un gruppo di scienziati parte alla volta di un viaggio interspaziale, sfruttando un “wormhole” (un cunicolo spazio-temporale), per cercare nuovi luoghi da ripopolare. Passati attraverso un portale interdimensionale, gli esploratori si ritrovano in una realtà del tutto inaspettata, che va oltre le loro conoscenze scientifiche e trascende le leggi della fisica terrestre. Christopher Nolan, conclusa la personale trilogia dedicata all'uomo pipistrello (“Batman Begins” del 2005, “Il cavaliere oscuro” tre anni dopo e “Il cavaliere oscuro – Il ritorno” nel 2012), si cimenta con la fantascienza. Rispetto ai film del settore è chiaro fin dalle prime scene come il regista abbia voluto dare alla propria opera un taglio decisamente scientifico, strizzando più volte l'occhio alla fisica teorica e alla relatività. Per fare questo Nolan si è avvalso della consulenza di Kip Thorne, uno dei maggiori esperti al mondo in materia di buchi neri, onde gravitazionali e tunnel spazio-temporali. Così, infatti, Endurance (questo il nome dell'astronave, che si rifà all'imbarczione della spedizione antartica del capitano Shackleton del 1914), finisce per ritrovarsi in un buco nero accuratamente riprodotto. Insomma, non certo un film per gli amanti di Star Trek, quanto piuttosto 169 minuti che potrebbero suscitare l'interesse degli addetti ai lavori. Per il pubblico più vasto basterà, invece, il traino portato da un super cast che conta i premi Oscar Matthew McConaughey, Anne Hathaway e Michael Caine.