Fiore mio

Quando nell’estate del 2022 l’Italia viene prosciugata dalla siccita`, Paolo Cognetti assiste per la prima volta all’esaurimento della sorgente della sua casa a Estoul, piccolo borgo posto a 1700 metri di quota che sovrasta la vallata di Brusson. Questo avvenimento lo sconvolge profondamente, tanto da far nascere in lui l’idea di voler raccontare la bellezza delle sue montagne, dei paesaggi e dei ghiacciai ormai destinati a sparire o cambiare per sempre a causa del cambiamento climatico. Cognetti racconta così la sua montagna sulla falsariga de “Le 36 vedute del monte Fuji” di Hokusai, un’opera in cui l’artista giapponese ritrasse il Fuji cambiando continuamente i punti di vista e raccontando la vita che scorre a vari livelli: sui suoi fianchi, nelle valli sottostanti, sulla vetta ma anche nelle città più vicine da dove ancora è visibile, lontano, oltre la nebbia dell’inquinamento, il profilo maestoso della montagna. Nel suo viaggio sul Monte Rosa Cognetti non è solo. Con lui ci sono il direttore della fotografia Ruben Impens, conosciuto sul set delle Le otto montagne e che firma anche la fotografia di Fiore Mio, e le persone incontrate durante questo viaggio. Come l’amico di una vita Remigio, nato e cresciuto in val d'Ayas, di cui conosce ogni luogo e custodisce la memoria. Ci sono Arturo Squinobal, una vita dedicata alle montagne e un volto che ne ricorda le tracce, e sua figlia Marta, che Paolo conosce sin dall’infanzia e che ha trasformato l’Orestes Huette nel primo e unico rifugio vegano delle Alpi. E ancora ci sono Corinne e Mia, donne dei rifugi che accolgono i viandanti con il sorriso caloroso e rilassato di chi ama cio` che fa. C’è il silenzioso eppure tagliente Sete, sherpa d'alta quota che ha scalato tre Ottomila - Everest, Manaslu e Daulaghiri - e si divide tra Italia e Nepal: lavora qui d'estate e d'inverno, mentre in autunno e in primavera fa la guida per i trekking in Himalaya, dove ha moglie e figli. E poi c’è il cane Laki, inseparabile compagno di camminate. aA chiudere il viaggio la presenza preziosa del cantautore Vasco Brondi, amico fraterno di Cognetti e in questa occasione al lavoro su un’intera colonna sonora, appena uscita per Carosello Records col titolo “Ascoltare gli alberi”. Anticipato dagli inediti "Ascoltare gli alberi" - scritto da Vasco Brondi per i titoli di coda del film - e "3000 metri" e contenente il brano "Tornare a casa", che vede la partecipazione straordinaria, per testo e lettura, di Paolo Cognetti, l’album rappresenta un esordio condiviso sia per il cantautore, che si è cimentato per la prima volta nella scrittura delle musiche originali di un film, sia per lo scrittore, che mai prima d’ora aveva prestato la sua voce per un brano.

Informazioni

Regia

Paolo Cognetti

Genere

Documentario

Anno

2024

Cast

Paolo Cognetti

Dove vederlo oggi

Dove vederlo oggi