Sorry
Scusate, abbiamo scherzato. Sono trascorsi solo due giorni dalla Brexit e già la bugia più grossa è venuta a galla come la paratia di un sommergibile affondato.
Direttore de L'Eco di Bergamo
Neanche 24 ore dopo il referendum britannico ecco che la democrazia popolare ne reclama altri. Lo stesso Regno Unito ne chiede immediatamente uno per rientrarci, con due milioni di firme che hanno mandato in tilt il sito del Parlamento.
È uno schiaffo ai nostri figli, nati europei, cresciuti senza frontiere. La Brexit è uno sberlone in faccia ai nostri ragazzi che nel periodo dei muri e della minacciata sospensione di Maastricht avevano un problema: non sapevano giustamente cosa fosse Maastricht. Perché sono nati senza frontiere, senza dogane, con un mondo da esplorare e un aereo a basso prezzo su cui salire.
Si potrebbe fondare il club degli Evasori anonimi. Basterebbe prendere gli ultimi dieci report della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate e metterli tutti dentro una cartelletta. Con storie, meccanismi truffaldini, tentativi di smaterializzarsi davanti al Fisco. Ci sarebbe tutto, tranne i nomi.
Traccia della maturità in ambito economico: «Il Pil è la misura di tutto?». Per la risposta ci viene in soccorso la storia, a dimostrazione che l’economia da sola è un’arida sequenza di numeri che piace solo ai burocrati di Bruxelles. E la storia è un discorso all’università del Kansas del 18 marzo 1968.
La società della comunicazione è letteralmente circondata dalle bufale, che una volta si fermavano dentro il perimetro dei bar ma adesso - approfittando delle autostrade digitali - arrivano facilmente su ogni computer.
Nell’Italia del piccolo terremoto elettorale non valgono più neppure i granitici insegnamenti di Giulio Andreotti: oggi il potere logora chi ce l’ha. Il premier Renzi esce frastornato da un confronto che sperava liscio e invece si è dimostrato spinoso, pieno di trappole. Condizionato da un centrodestra decisamente incline ad allearsi con i Cinquestelle trionfanti e da una sinistra dedita allo «sc…
Se rubi una mela ti mettono in prigione, se devasti una città ti assolvono. Si poteva cercare una morale più raffinata, ci si poteva incamminare nel bosco della sociologia, ma nulla sarebbe stato onesto come questa primitiva, urticante constatazione. Succede nel palazzo di Giustizia del capoluogo lombardo, dove i dieci black bloc arrestati dopo il famoso raid anti-Expo del primo maggio 2015 si sf…
È credibile Beppe Sala mentre si fa fotografare con la maglietta di Che Guevara per strizzare l’occhio al movimentismo della Milano alternativa?
«Gli inglesi sono un popolo di bottegai» (Napoleone Bonaparte). Se così fosse voterebbero con il portafoglio e non con il cuore, quindi la permanenza in Europa sarebbe certa. Ma non è così, perché l’esercito di euroscettici che da qualche giorno è in vantaggio nei sondaggi ritiene di avere concreti motivi per sganciarsi definitivamente da Bruxelles.
Qualche sera fa in pizzeria un ragazzo e una ragazza erano seduti a un tavolino, uno di fronte all’altra. Sembravano fidanzati, guardando oltre i boccali di birra ciascuno di loro cercava gli occhi dell’amato. Questo per un minuto ogni quarto d’ora. Negli altri quattordici minuti erano impegnati a scrutare lo schermo dello smartphone.
Lupo solitario. Omar Mateen, che domenica ha ucciso 49 persone in un locale gay di Orlando con un fucile automatico AR15 (nove milioni di esemplari in circolazione in America), viene chiamato così.
Apri i siti e leggi che a Marsiglia è andata in scena la guerriglia urbana. Che gli hooligans inglesi finiti laggiù nel Midi al seguito della loro nazionale (impegnata nei campionati europei di calcio) hanno sfilato sulla Canébières ubriachi fradici inneggiando all’Isis. Che i francesi non sono stati a guardare e soprattutto dai quartieri poveri e duri della Castellane sono sopraggiunti ragazzi p…
Da ragazzo, le sue giornate erano scandite dalle sirene dello storico stabilimento Italcementi di Alzano. Da imprenditore ricorda quanto la Banca Popolare sia stata importante per la sua azienda fin dagli anni del decollo. Da bergamasco con la testa nel mondo sa cosa significa un aeroporto vincente a due passi da casa.
Cominciamo con un numero e finiremo con un numero. Sentenza 11868 della Corte di Cassazione: «Il licenziamento del personale del pubblico impiego non è disciplinato dalla legge Fornero, bensì dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori».
Nella campagna elettorale di Roma è entrato di tutto: mafia capitale, la Ferrari di Marchini, la funivia della Raggi. Mancavano le olimpiadi e infatti sono arrivate. Anzi hanno fatto irruzione nella corsa ai ballottaggi con la leggerezza del lancio del peso. Il premier Matteo Renzi: «Se vincono i grillini ho la sensazione che non si faranno».
La chiamano rivoluzione 4.0 e per capirla vale la pena ricordare le altre tre. La prima fu la rivoluzione industriale con l’invenzione della macchina a vapore e la meccanizzazione della produzione; la seconda con lo sviluppo della produzione di massa per una società di consumatori; la terza con l’arrivo dei computer e la conseguente rivoluzione digitale.
In questo inizio di giugno del tutto inusuale sono tornati due classici della tradizione italiana: le mezze stagioni (mattino si cuoce, sera si gela) e lo sconfittismo, malattia infantile della politica che porta chi lo contrae ad azioni meravigliosamente funzionali a perdere quando si sta vincendo.
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