Kang e il canto liberatorio di una generazione ferita
LA RECENSIONE. La Premio Nobel per la letteratura 2024 conferma con «Non dico addio» la forza e la capacità di agire su un punto minimo, su una protagonista esile per descrivere e dare corpo ad un tempo grande e difficile, buio e terrificante da contenere non banalizzandolo come quello che fu per la Corea la fine degli anni Quaranta.