Ucraina, l’effetto Trump spinge l’europa
MONDO. Le difficoltà di Zelensky, le iniziative europee, gli equilibri americani.
MONDO. Le difficoltà di Zelensky, le iniziative europee, gli equilibri americani.
MONDO. La guerra in Ucraina vive una fase molto delicata e rischiosa, come sempre quando si tratta di chiudere una guerra.
MONDO. La mappa delle strutture militari iraniane attaccate ieri notte dalle forze aeree di Israele è impressionante: da Teheran a Kermanshah, la parte centrale del Paese è stata bersagliata di bombe, come mai era successo prima.
MONDO. Quattro attacchi israeliani in tre giorni contro la missione Unifil nel Sud del Libano, due dei quali contro basi presidiate dai soldati italiani. Quattro caschi blu feriti. Installazioni Onu danneggiate dai mezzi corazzati di Israele.
MONDO. Dunque l’attacco missilistico che l’Iran ha portato ieri sera (1 ottobre) contro Israele è fallito. E non poteva essere diversamente.
MONDO. L’uccisione di Hassan Nasrallah, da trent’anni indiscusso leader politico di Hezbollah, ha rafforzato in molti la convinzione che un’invasione del Libano via terra da parte di Israele sia ormai alle porte. E aiutano a crederlo le dichiarazioni bellicose che arrivano dall’Iran.
MONDO. Per molti mesi un fantasma si è aggirato per il Medio Oriente: quello di una guerra aperta tra Israele e l’Iran.
MONDO. La guerra dei cercapersone, delle radio e in generale degli apparecchi che hanno componenti elettroniche, per chiamarla così, certifica che una fase del tutto nuova si è aperta nello scontro di lungo periodo tra Israele e il duo Iran-Hezbollah.
MONDO. Prima di chiedersi come sia andato l’incontro-scontro tra l’ex presidente Donald Trump e l’attuale vice-presidente Kamala Harris, bisognerebbe forse chiedersi se abbiano un senso, e magari quale, questi dibattiti tra candidati alla presidenza degli Stati Uniti.
MONDO. Quello che più stupisce, in coda ai dieci mesi di massacri e guerre innescati dalla strage organizzata da Hamas il 7 ottobre scorso, è la riluttanza, anzi la generalizzata e imbarazzata renitenza ad ammettere il clamoroso fallimento a cui la classe politica contemporanea ha condannato lo Stato ebraico.
MONDO. Josep Borrell sta per lasciare la carica di Alto rappresentante per la politica estera e di difesa della Ue. E come succede in casi analoghi, deve aver deciso che fosse il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
MONDO. Nella storia travagliata del conflitto tra israeliani e palestinesi, tra le tante incerte e complicate, una cosa è sicura: la violenza non ha mai, mai, mai prodotto i risultati sperati.
MONDO. Da qualche giorno, il gioco per le elezioni presidenziali Usa del 5 novembre si è fatto tremendamente serio. Lo era già, e a dimostrarlo bastano due clamorosi episodi: il defenestramento del presidente in carica, Joe Biden, e l’attentato subito da Donald Trump, a metà luglio, da parte di un ragazzo dalle motivazioni confuse e di fatto incomprensibili.
MONDO. È grottesco, ma indicativo dei tempi, che abbiano fatto il giro del mondo come un fatto memorabile le quattro parole smozzicate con cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu si sarebbe «scusato» per quanto successo il 7 ottobre del 2023, ovvero per non aver saputo impedire la strage compiuta dai terroristi assassini di Hamas.
MONDO. Stiamo attraversando questi giorni dentro una cappa di preoccupazione che da molti anni non era così pesante. Assistiamo, impotenti, ai preparativi di una guerra che nessuno vuole ma che, a furia di dirlo e ripeterlo, è diventata inevitabile.
MONDO. L’uccisione di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas eliminato da un missile mentre era a Teheran, autorizza diverse ipotesi. Compresa quella di un tradimento. Haniyeh viveva a Doha, in Qatar, un santuario che lasciava molto di rado.
ITALIA. Non una semplice visita, ma uno snodo centrale in questa stagione della politica italiana. Tra Nuova Via della Seta, conflitto in Ucraina e il ruolo degli Usa.
MONDO. Non è stato un grande discorso, quello con cui Joseph Robinette Biden detto Joe, 81 anni, ha illustrato agli americani la decisione di ritirarsi dalla corsa per la presidenza, pur essendo convinto che «la mia storia come presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione per il futuro dell’America avrebbero meritato che facessi un secondo mandato».
MONDO. E così il momento è arrivato: Joe Biden, dopo tre anni e mezzo di presidenza e due mesi di accorati inviti dai compagni di partito, abbandona la corsa per la rielezione.
MONDO. Arriveranno le indagini e con esse le spiegazioni, magari qualche rivelazione.
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