Per la prima volta nella sua storia di 127 anni da domani «L’Eco di Bergamo» non sarà in edicola per tre giorni per uno sciopero legato a motivazioni esclusivamente interne. L’azienda ha manifestato la volontà di perseguire nuovi disegni organizzativi legati alla multimedialità e a modelli di lavoro al di fuori delle attuali regole contrattuali, chiedendo mano libera senza alcuna disponibilità nei confronti dei giornalisti.Queste scelte sarebbero strumentalmente motivate da aumenti di costi non ben specificati, tanto da rendere la situazione reale di difficile interpretazione. Il tutto con toni ultimativi, distanti dalla tradizione che ha sempre contraddistinto i rapporti con la redazione, e in opposizione a precedenti rassicuranti comunicazioni sull’andamento della testata. Un atteggiamento incomprensibile, vista la disponibilità dimostrata dalla redazione per lo sviluppo del giornale anche in occasione della recente riforma grafica, accettata a fronte della possibilità di aprire un dialogo sulla valorizzazione complessiva, non solo di natura economica, dei giornalisti. Accertata la posizione di chiusura dell’azienda, la redazione, nel corso di un’assemblea, ha manifestato all’unanimità la sua opposizione a proposte che ritiene inaccettabili.A tutto questo fa seguito la proclamazione immediata dello stato di agitazione, di tre giornate di astensione dal lavoro e del blocco degli straordinari.Spiace per i lettori, che da domani non troveranno in edicola il loro quotidiano, perché i giornalisti de «L’Eco di Bergamo» vogliono da sempre garantire un’informazione corretta, tempestiva e responsabile, e per questo chiedono che le tecnologie siano al servizio della qualità dell’informazione e non strumentali ad altri aspetti aziendali.In tempi non sospetti, a luglio, l’amministrazione aveva dichiarato la sua disponibilità a raggiungere accordi condivisi in tempi brevi, per consentire l’avvio delle trasformazioni oggi già in atto. Spiace invece constatare che questa disponibilità sia stata, alla prova dei fatti, completamente disattesa.Comitato di Redazione«L’Eco di Bergamo»
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