«L’ultima vittoria contro il doping»

Un nuovo metodo per «pizzicare» chi bara, per scoprire chi altera le proprie prestazioni sportive utilizzando l’ormone della crescita. È questa la scoperta di cui Christian Strasburger parlerà oggi pomeriggio a BergamoScienza. Il professor Strasburger (nella foto sotto), responsabile della Divisione di endocrinologia al Charité Universitatsmedizin di Berlino, è in prima linea nella ricerca contro il doping.Professore, quali sono gli ultimi progressi della scienza nella lotta al doping?I progressi scientifici nella lotta al doping procedono di pari passo con una graduale accettazione delle misure antidoping da parte di federazioni sportive e atleti. A lungo l’ormone della crescita ha riscosso grande approvazione come sostanza che migliora le prestazioni sportive, perché non era considerato possibile provarne l’assunzione e la presenza nel corpo. Nel frattempo sono stati presi in esame in maniera scientificamente soddisfacente due diversi metodi di rilevamento antidoping e l’Agenzia mondiale antidoping introdurrà questi procedimenti verso la fine dell’anno. Per questi controlli antidoping sono necessarie le analisi del sangue: secondo la giustizia sportiva internazionale devono essere accettate dagli atleti che, per esempio, vogliono partecipare ai giochi olimpici. I controlli a sorpresa agli atleti d’élite durante i periodi di allenamento sono considerati i più efficaci.Qual è, in questa lotta, il suo specifico ruolo?I miei colleghi, il dottor Martin Bidlinmaier, la dottoressa Wu e io abbiamo lavorato attivamente come medici nel reparto di endocrinologia occupandoci di malattie le cui cause sono da ricondurre all’ormone della crescita, come per esempio il ritardo nello sviluppo dei bambini. Abbiamo scoperto che i nostri metodi di prova permettono di distinguere tra gli ormoni prodotti dall’ingegneria genetica e quelli propri dell’organismo, “prodotti” dall’ipofisi. Abbiamo quindi continuato a perseguire e ottimizzare questa conoscenza, inizialmente con il sostegno dell’Istituto federale tedesco per le Scienze sportive e successivamente anche insieme al Comitato olimpico internazionale e all’Agenzia mondiale, affinché si sviluppasse un metodo di indagine sull’ormone della crescita utilizzato come sostanza dopante in ambito sportivo.Quali sono le ultime scoperte di chi lavora perché il doping si diffonda?Come dimostrato dallo scandalo Balco (il laboratorio di San Francisco cui si deve la produzione dell’ultimo ritrovato in materia di doping, il Thg o tetraidrogestrinone, ndr ), esistono scienziati che, per esempio, producono analoghi sintetici del testosterone, ma che per ora non si sono diffusi e tanto meno sono comprovabili. L’analogo del testosterone Thg, scoperto nell’ambito dello scandalo Balco, dimostra che in questo campo gli scienziati sono attivi. Poiché però questi scienziati, a differenza di quello che facciamo noi, non pubblicano i loro lavori su riviste scientifiche, non so a cosa stiano lavorando attualmente.Voi lottate più contro le sostanze dopanti o contro le sostanze utilizzate per «coprire» il vero doping?So che alcuni sportivi fanno uso di altre sostanze per occultare, nei controlli antidoping, la presenza di sostanze dopanti. Il mio lavoro, tuttavia, consiste nel riuscire a provare con un metodo scientifico la presenza dell’ormone della crescita, cosa che non è considerata dimostrabile.Quali sono, anche a lungo termine, i rischi che corre chi fa uso di sostanze dopanti?I pericoli dell’assunzione di anabolizzanti stanno da un lato nella “mascolinizzazione” per le donne e in disturbi alla capacità riproduttiva per gli uomini; in entrambi l’assunzione conduce a rilevanti disturbi, per esempio nel metabolismo lipidico del fegato, il colesterolo Hdl non viene quindi quasi più prodotto e gli atleti subiscono in giovanissima età colpi apoplettici e infarti cardiaci. Florence Joyner-Griffith, morta a meno di 50 anni di età, aveva subito un colpo apoplettico qualche anno prima della sua morte. Se l’ormone della crescita viene somministrato per lungo tempo emerge un quadro clinico chiamato acromegalia, che non si manifesta soltanto nella deformazione dei lineamenti del viso, nell’ingrossamento delle mani e dei piedi, nell’aumento dello spazio interdentale, ma provoca anche un’alterazione negli organi interni e i pazienti che si ammalano di acromegalia a causa di un aumento della struttura dell’ormone della crescita, muoiono in media 10 anni prima rispetto ai sani e prevalentemente a causa di problemi al cuore.Ci sono sostanze apparentemente «innocue», dalle quali invece gli sportivi che vivono la tentazione di doparsi devono guardarsi assolutamente?La maggior parte delle sostanze dopanti sono ormoni. La natura ha regolato ad arte l’equilibrio degli ormoni e ogni disturbo di questo equilibrio ha delle conseguenze sulla salute. Per questo motivo l’assunzione di tali sostanze nello sport è da sconsigliare in linea di principio.Quanti anni serviranno per estirpare definitivamente il doping dallo sport?A questa domanda nessuno potrà rispondere. Probabilmente ci saranno sempre dei truffatori.Lei sente il mondo dello sport più come un suo amico o, visti certi scandali, come un suo nemico? Insomma, per usare un linguaggio sportivo, chi tra lei e il mondo del doping gioca in inferiorità numerica?In sé il mondo dello sport non è amico o nemico. Io stesso ho praticato sport di competizione in gioventù. Credo invece che siano gli sportivi sleali a essere i nemici degli sportivi corretti e che la distribuzione degli atleti puliti rispetto a quelli dopati vari a seconda delle diverse tipologie di sport. Gli scienziati che sostengono la battaglia contro il doping sono sicuramente amici degli sportivi onesti e sono considerati nemici dagli sportivi che usano sostanze dopanti. Non ritengo tuttavia giusto questo modo di vedere, poiché come medici ci preoccupiamo innanzitutto della salute dei nostri pazienti o anche degli sportivi. Non riesco a comprendere la posizione etica dei medici che per amore del profitto aiutano gli atleti a doparsi.Certi sport, come il ciclismo o lo sci di fondo, secondo lei non dovrebbero ridurre le richieste di fatica – e dunque di spettacolo – agli atleti?Il ciclismo e lo sci di fondo sono sport che richiedono una particolare resistenza, il sollevamento pesi è uno sport di potenza, il canottaggio è un misto di entrambi. Nel sollevamento pesi si è fatto uso intenso di steroidi anabolizzanti, parenti del testosterone, nel ciclismo e nello sci di fondo veniva aumentato il livello dei globuli rossi nel sangue con l’eritropoietina per migliorare la resistenza all’esercizio fisico. Sport, inteso come competizione, significa sempre gareggiare e di conseguenza arrivare sempre al limite della prestazione. Riguardo a ciò in ogni sport l’atleta dovrà sempre raggiungere il proprio limite per poter perdurare con successo. La capacità di rendimento degli atleti d’elite determina lo spettacolo sportivo e affascina gli spettatori. Ciò non verrà ridotto, significherebbe altrimenti almeno l’annullamento dello sport di competizione per queste discipline.Insomma, tutto dipende dalla lealtà degli atleti...Lo sport e la competizione sportiva sono importanti e bellissimi arricchimenti della nostra vita. Il principio di lealtà e della rinuncia al doping dovrebbe essere preso a cuore da tutti. Scoprire il doping degli sportivi sleali è l’aspirazione degli scienziati antidoping che sperano con ciò di apportare un contributo al principio della competizione corretta». (06/10/2007)Roberto Belingheri

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