Si riaccendono le caldaie, in pianura e collina possibile per 7 ore al giorno

FREDDO ANOMALO. Le normative per tenere in funzione il riscaldamento? Dipende dalla «zona climatica» del Comune.

Temperature in picchiata, aria artica, in molti per uscire di casa lunedì 22 aprile hanno dovuto tirar fuori dagli armadi i giacconi pesanti e capire se il riscaldamento si può ancora accendere oppure no. Dipende dalla «zona climatica» assegnata al proprio Comune da una normativa statale che tiene conto delle temperature storicamente registrate nei singoli territori. Tuttavia per rispondere alla domanda, possiamo partire da qui: in zona E, come Bergamo e la maggioranza dei Comuni della provincia, fra il 16 aprile e il 14 ottobre le caldaie e le centrali termiche possono essere accese fino a sette ore al giorno. In zona F (per citare alcuni nostri paesi: Aviatico, Carona, Onore, Parzanica, Schilpario) non esiste alcuna limitazione e il riscaldamento può essere acceso liberamente tutti i giorni dell’anno 24 ore su 24.

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Questa la regola generale, poi però «occorre verificare – spiega Cristina Porrati, vicepresidente dell’area impiantisti di Confartigianato Bergamo – se esistano delle ordinanze comunali contenenti delle norme più restrittive rispetto alla legge statale, ma non mi risulta che in provincia ci siano situazioni particolari». II Comune di Bergamo l’autunno scorso con un’ordinanza aveva posticipato di qualche giorno l’accensione a 14 ore degli impianti: invece che dal 15 ottobre, era autorizzata a partire dal 25 ottobre. Oggi invece si attiene a quanto indicato dal Governo: «Caldaie e caloriferi – conferma l’assessore all’ambiente della città, Stefano Zenoni – possono regolarmente funzionare perché la norma dice che dal 16 aprile al 14 ottobre, quindi in questi giorni, possono restare accesi fino a un massimo di sette ore senza che sia necessaria l’autorizzazione da parte di qualcuno: per questo, non serve neppure un’ordinanza del sindaco. Da metà aprile a metà ottobre viene dimezzato il numero delle ore giornaliere consentite, e paradossalmente i caloriferi potrebbero essere accesi in piena estate senza che i proprietari delle case e gli amministratori di condominio debbano chiedere alcun permesso».

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Al contrario, servirebbe un’apposita ordinanza per autorizzare l’accensione degli impianti per un periodo maggiore di sette ore al giorno «ma ci sembra – aggiunge Zenoni - che in questa fase sette ore al giorno siano sufficienti: se le condizioni lo dovessero richiedere, valuteremo un nostro intervento nel prosieguo della settimana».

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Chi possiede un impianto autonomo può quindi muoversi dentro il parametro delle sette ore, per un condominio è necessario che tutti i residenti trovino un accordo con il proprio amministratore (accendiamo tre ore al mattino e quattro la sera? Facciamo dalle 11 alle 18?). L’assessore Zenoni sottolinea infine: «Per gli immobili allacciati al teleriscaldamento, è necessario interfacciarsi direttamente con A2A».

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«Di sicuro – riprende il discorso Cristina Porrati – stiamo vivendo una situazione anomala: era anomala la temperatura vicina ai 30 gradi di pochi giorni fa, è anomalo essere vicini allo zero a fine aprile. Negli ultimi anni però abbiamo assistito a cambiamenti profondi: le stagioni sono irregolari, capita che marzo sia più caldo di aprile». Per le oltre 300 imprese di caldaisti e manutentori che fanno capo a Confartigianato Bergamo, quella di lunedì è stata una giornata decisamente intensa: «I nostri clienti hanno aspettato l’inizio della settimana per chiamarci: i soggetti più fragili ci hanno chiesto di intervenire per riaccendere le centrali termiche che erano già state spente: per noi, il lavoro quest’anno raddoppia: invece che un solo spegnimento e una sola accensione, ne faremo due. Purtroppo però anche noi fatichiamo a trovare addetti e qualche volta non riusciamo a rispondere subito alle necessità di chi ci interpella».

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