Troppo caldo, la sagra di Averara deve fare a meno delle sue castagne

CLIMA. L’associazione: ricci seccati e non arrivati a maturazione, colpa anche della grandine. Qualche eccezione, ma mai visto tanta carenza.

Troppo caldo e grandine, pioggia nel momento sbagliato e ora che non arriva. Un clima «impazzito» che pare avere mandato in tilt anche buona parte dei castagneti della nostra provincia - con qualche eccezione, comunque, come in Maresana - per esempio in Valle Brembana. Di sicuro in uno dei castagneti più noti e fruttiferi da sempre di castagne, quelli di Averara e della sua frazione Redivo, dove, da 49 anni si tiene una delle feste più conosciute in provincia dedicate al frutto d’autunno.

Fino ad alcuni anni fa solo la seconda domenica di ottobre, poi si è aggiunto un secondo weekend. Tanto che ora si è arrivati a metà ottobre. E le castagne dovrebbero essere ormai cadute e abbondanti. Niente di tutto questo, invece. Il primo fine settimana (7-8 ottobre) nulla, si sperava in sabato 14 e domenica 15 ottobre. Le castagne non hanno portato a termine la maturazione e sono cadute, molte secche, altre verdi. Un evento che da queste parti non si ricorda almeno negli ultimi decenni. A danneggiare la crescita, oltre al caldo anomalo, sarebbero poi state le grandinate delle ultime settimane.

«Troppo caldo - dice il sindaco Mauro Egman, tra i fondatori insieme ad Alfio Domenghini di Bergamo dell’associazione dei Castanicoltori orobici - i ricci non si sono aperti. Molti sono caduti con il frutto verde, molti si sono seccati. Solitamente, per la nostra sagra, raccoglievamo dai 4 ai 6 quintali di castagne. Quest’anno ancora pochissime. Abbiamo allora chiesto a un fornitore locale di San Giovanni Bianco, località Bosco. Ma anche lui, che solidamente riesce a raccogliere quintali di frutti, quest’anno è riuscito a fornirci solo pochi chili. Li conserveremo per produrre farina con la nostra macina per essere poi utilizzata per la birra alle castagne».

«La sagra c’è stata lo stesso, sempre con grande partecipazione: visitatori da Bergamo, Brescia, Varese, Milano, persino da Bari - aggiunge il presidente dei Castanicoltori di Averara - ma sono mancate le nostre castagne. Sono 15 anni che partecipo all’organizzazione e non è mai successo di arrivare in questa situazione. Prima la pioggia, poi il caldo. Non sono un climatologo, ma mi hanno spiegato che questa situazione è stata la causa della carenza. Almeno qui da noi e in valle. Poi so che ci sono zone che hanno avuto castagne. Ma poche». Averara ha comunque fatto la sua sagra, la numero 49. Lo scorso fine settimana il primo round, sabato 14 e domenica 15 ottobre la conclusione. Annullate, però, sia nel primo weekend sia ieri le due uscite per la raccolta nei castagneti sopra Redivo: «Non ci sono castagne a terra», la motivazione. Si è usciti lo stesso, per una visita. Ma la sagra, con quali castagne?

«Mancando le nostre ma anche quelle che solitamente ci venivano fornite dal produttore di San Giovanni Bianco - dicono Domenghini e il sindaco - abbiamo dovuto deviare sull’ingrosso di Bergamo. Ovviamente non le abbiamo rivendute alla sagra, ma solo usate in cucina e per le caldarroste». La speranza è che per i 50 anni della sagra tutto torni come una volta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA