«Così mia madre è stata raggirata, ma li hanno presi»

LA TESTIMONIANZA. Parla il figlio della 88enne che ha consegnato i gioielli ai due 30enni napoletani arrestati martedì. Nell’auto refurtiva per 60mila euro, frutto di vari colpi

«Signora, sua figlia ha causato un incidente. Rischia di finire nei guai, servono soldi per la cauzione». La telefonata è giunta alla donna di 88 anni, intorno alle 16 di martedì. Lei è andata in agitazione. Temendo che la figlia fosse ferita o rischiasse conseguenze penali, non si è insospettita. Ha solo specificato che in casa non aveva contanti. «Vanno bene anche gioielli, tutto quello che ha», ha risposto la voce all’altro capo del telefono. E dopo pochi minuti all’abitazione di Villongo si è presentato uno dei due truffatori. Solo che la banda da tempo era tenuta monitorata dalla sezione Criminalità diffusa della Squadra mobile della Questura di Brescia . Che poco dopo ha arrestato i due malviventi: due trentenni napoletani pluripregiudicati e ritenuti specialisti nelle truffe agli anziani.

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La dinamica

«Ha ricevuto la telefonata con la richiesta e subito si è presentato uno dei malviventi».

Sulla loro auto è stata trovata una refurtiva, tra soldi e gioielli, di circa 60mila euro. All’anziana di Villongo sono stati asportati monili per qualche migliaio di euro (e non 60mila, come scrivevano i siti ieri). «Vive in casa da sola in una palazzina di quattro appartamenti – racconta il figlio –. Ha ricevuto la telefonata con la richiesta e subito dopo si è presentato uno dei due malviventi». La pensionata ha il telefono fisso e per i due napoletani era stato un gioco da ragazzi risalire, tramite il sito della Pagine Bianche, all’indirizzo. «Di telefonate sospette e di episodi simili in precedenza non ce n’erano stati – ricorda il figlio –. Mia madre non si ricorda molti particolari, e forse è un bene. Di solito non apre mai a nessuno. E non escludo che, dopo aver raccattato i gioielli, li abbia gettati dal balcone. Non credo che il malvivente sia salito nell’appartamento, deve aver aspettato di sotto».

L’arresto

Una volta entrato in possesso della refurtiva, il truffatore ha raggiunto il complice in auto. I due hanno percorso qualche centinaio di metri, ma in via Verdi, la Provinciale che conduce ad Adrara San Martino e ai Colli di San Fermo, all’altezza del Centro ottico «Foiadelli», sono stati bloccati dai poliziotti bresciani che li stavano seguendo i n borghese e su un’auto civetta. Due vetture hanno chiuso la strada e gli agenti, armi in pugno, hanno sbarrato il passaggio e intimato l’alt mostrando i distintivi. Per i due napoletani è scattato l’arresto con l’accusa di truffa aggravata. La refurtiva è stata sequestrata, verrà restituita ai legittimi proprietari una volta che il pm Silvia Marchina disporrà il dissequestro. Intanto, nella mattinata di venerdì 29 marzo, in carcere i due trentenni verranno sottoposti a interrogatorio di convalida dell’arresto da parte dl gip Stefano Storto.

Per i due napoletani, bloccati dai poliziotti che li stavano seguendo in borghese, è scattato l’arresto con l’accusa di truffa aggravata.

Le indagini

Il doppio arresto di Villongo però parte da lontano. Nei giorni scorsi infatti i due campani avevano colpito a Belluno e la Mobile della città veneta grazie a una rapida attività di indagine aveva individuato il veicolo con cui si muovevano. La tecnica che avevano utilizzato era stata la stessa in diversi casi, alcuni riusciti e alcuni solo tentati. I poliziotti veneti hanno recuperato tracce elettronich e del passaggio del mezzo dei truffatori a Brescia e la Mobile bresciana li ha agganciati e pedinati. Gli agenti li hanno visti effettuare alcuni sopralluoghi e poi scartare gli obiettivi, spostandosi dalla città verso la provincia e poi verso il lago d’Iseo. Sempre martedì, i carabinieri avevano denunciato un altro napoletano che, con le stessa tecnica, s’era fatto consegnare gioielli e 800 euro da una pensionata di 86 anni residente a Bergamo.

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