Maltempo a Bergamo, produzione di miele di acacia ridotto del 60%

GIORNATA DELLE API. Con il 182% in più di pioggia caduta in due mesi rispetto allo scorso anno e continui sbalzi termici devono fare i conti con produzioni compromesse per le prime fioriture, in particolare per l’acacia

Secondo un’analisi di Coldiretti Lombardia a livello regionale sono caduti ben 324 millimetri di pioggia, il 182% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con il mese di marzo che quest’anno ha fatto registrare afflussi di 218 millimetri (sono stati 37 millimetri nel 2023) e quello di aprile di 106 millimetri (contro i 78 millimetri del 2023), secondo i dati di Arpa Lombardia. A questo si è sommato il fatto che il mese di aprile è stato caratterizzato da sbalzi termici importanti.

Questa situazione meteo – spiega Coldiretti Bergamo - da una parte ha ridotto le fioriture e dall’altra ha rallentato il lavoro delle api, con gli apicoltori costretti in molti casi a intervenire con alimentazioni di soccorso per cercare di evitare episodi di moria negli alveari. Il risultato è una forte contrazione delle prime produzioni primaverili, con cali importanti, che per l’acacia in alcuni casi arrivano anche a oltre il 60% in meno.

I numeri degli apicoltori a Bergamo

Il comparto apistico bergamasco è composto complessivamente da circa 1.450 apicoltori, (23% nomadi e 76% stanziali), 1200 dei quali producono miele per autoconsumo e 250 per la vendita. A livello provinciale sono presenti 3.200 apiari con 20.615 alveari. (analisi Coldiretti Bergamo su dati BDN)

«Il problema principale è rappresentato dal lungo periodo di pioggia che ha impedito alle api di bottinare – spiega Irvano Fortini, apicoltore di Arzago D’Adda -. La fioritura di acacia era buona, ma le piogge eccessive e le temperature medie troppo basse hanno avuto un impatto negativo. Il fiore di acacia infatti dà il nettare ma con una temperatura di 22 - 25 gradi, meglio se afosi. In pianura, dove l’acacia è fiorita prima, è stato un disastro. Purtroppo ormai da qualche anno, succedono eventi mai visti prima. Il cambiamento delle stagioni sta creando delle condizioni imprevedibili e funeste per l’apicoltura».

«Ho appena avviato l’attività – dice Antonella Tironi di Chignolo D’Isola – dovermi confrontare subito con un’annata così problematica è tutt’altro che facile. Le piogge continue e gli sbalzi di temperatura hanno danneggiato le fioriture e il raccolto è andato quasi completamente distrutto».

Oltre al maltempo la concorrenza estera

Oltre che con gli effetti del maltempo, gli apicoltori si devono confrontare anche con importazioni di massa di miele straniero che nel 2024 sono aumentate del 23%. Nei primi due mesi dell’anno sono arrivati quasi 4,8 milioni di chili di prodotto straniero, di cui oltre ¼ di provenienza Extra Ue, spesso di bassa qualità e a prezzi stracciati, che esercita una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano, mettendo in difficoltà i produttori nazionali, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre sempre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica – sottolinea Coldiretti Bergamo – La parola “Italia” deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolte interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua Coldiretti Bergamo – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.

Un passo avanti verso la trasparenza viene dalla nuova Direttiva Breakfast varata dall’Unione Europea – spiega Coldiretti Bergamo - ; questa norma introduce un’etichetta obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine, e avvia un processo per creare un sistema di tracciabilità del prodotto. Nel caso di miscele, l’etichetta includerà anche la percentuale per ciascun Paese di provenienza. Un provvedimento importante che dovrà essere sostenuto anche da controlli efficaci.

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