I birrifici artigianali bergamaschi crescono. È salito a otto il totale dei birrifici targati Bg, che insieme arrivano a produrre più di 3 mila ettolitri di birra l'anno, tra bottiglie e fusti. Lunedì scorso è stata presentata ufficialmente la nuova birra Cuvèe Millesimata (volutamente con l'accento grave sulla è) che l'azienda Quattroerre di Torre de' Roveri, grossista di vini e bevande, ha incominciato a commercializzare con il proprio marchio.
Si tratta di una birra a bassa fermentazione, che subisce una seconda rifermentazione in bottiglia, il che ne arricchisce la complessità e il gusto. La birra è prodotta per ora fuori provincia, a Manerba del Garda (Bs), in bottiglie da 0,75 litri per un totale di 15 ettolitri al mese.
Tutto bergamasco è invece l'ultimo nato, il Birrificio Indipendente Elav, che si trova nella zona artigianale di Comun Nuovo (www.birraelav.it). I fondatori sono Valentina Ardemagni e Antonio Terzi, due trentenni che da sempre hanno la passione per la birra. La società che li unisce, titolare del birrificio, è nata già nel 2000: si chiama «La Pinta snc», costituita 11 anni fa per gestire il Clock Tower Pub di Treviglio, uno dei templi sacri dei birrofili, dove spesso si tengono concerti di musica jazz e blues di un certo rilievo.
Al Clock Tower si servono ben 21 specialità alla spina e ben 500 birre artigianali in bottiglia provenienti da ogni parte del mondo. Cinque anni dopo, nel 2005, la stessa società «La Pinta» rileva un locale in Bergamo Alta, piazza Mascheroni, e lo chiama «Osteria della birra».
Qui si servono solo birre artigianali italiane, comprese le bergamasche. Le etichette sono una sessantina. Ora la decisione di Ardemagni e di Terzi di produrre in proprio, dando vita ad alcune idee di birra che avevano in mente.
«Elav - spiega Terzi - perché sono le prime quattro lettere, al contrario, di Valentina, la mia socia. Indipendente perché penso di dare spazio ai miei tre mastri birrai per la ricerca e l'innovazione, senza copiare pedissequamente altre birre».
Tre per ora le birre in produzione, tutte con nomi ispirati ai generi musicali: Punk do it bitter (una bionda con profumi delicati, per via dei fiori di luppolo che sono aggiunti in fase di maturazione); Grunge Ipa (rossa aggressiva preparata con luppoli americani); Jungle Ale (rossa brillante di stile belga).
Le birre sono prodotte in bottiglie da 33 e 750 centilitri e anche in fusti. La produzione per ora è di 40 ettolitri al mese, ma tra pochi mesi salirà a 80. Terzi vuole andare ancora più avanti nella sua ricerca di originalità: «Abbiamo affittato un terreno in territorio di Ghisalba - afferma - dove voglio piantare una varietà di luppolo americano, il "cascade", che ritengo di altissima qualità. Conoscere l'origine della materia prima è importante. Dopo il luppolo pianterò anche l'orzo».
Il primo birrificio ad aprire in Bergamasca (1999), è stato il «Maivisto», a Botta di Sedrina. Dopo la morte del fondatore Gianfranco Mazzoleni, l'attività continua, anche se un po' ridimensionata (circa 80 ettolitri l'anno). Il «Birrificio Sguaraunda» di Pagazzano dichiara 35 ettolitri al mese. «Maspy» di Ponte San Pietro 65 ettolitri al mese. «Birrificio Valcavallina» di Endine Gaiano: 20 ettolitri al mese.
A San Pellegrino Terme ha sede il «Birrificio Via Priula» che fa produrre a Manerbio (Bs) circa 30 ettolitri al mese. Il «Birrificio Endorama» (di Grassobbio), che ha iniziato a produrre nell'ottobre 2010, dichiara per ora 10 ettolitri al mese.
Roberto Vitali
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