Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 22 Agosto 2016
Niente centraline, Valvertova salva
Scopri i 10 spettacolari canyon d’Italia
Il progetto che prevedeva l’installazione di due centraline idroelettriche in Valvertova è stato ritirato nei giorni scorsi dopo una battaglia durata settimane.
I comitati che si sono schierati contro la costruzione delle centraline esultano ed è stata avanzata subito la proposta di creare un parco naturale per tutelare una delle aree naturali più frequentate della provincia di Bergamo. L’acqua che scorre nelle gole della Valvertova ha creato un vero e proprio canyon con tanto di pozze in cui i più coraggiosi possono tuffarsi (con prudenza, ovviamente): un luogo che da sempre attira centinaia di persone, soprattutto in estate e durante il week end. La Valvertova è solo uno degli spettacolari canyon che l’Italia può vantare. Il Touring Club italiano ha stilato l’elenco dei dieci canyon italiani più visitati.
1. GLI ORRIDI DI URIEZZO, IN PIEMONTE
Raggiunta Verbania con la A26 si prosegue per Domodossola e Baceno. Da qui parte il percorso attraverso gli Orridi di Uriezzo, tra piscine naturali, cascate e ripidi strapiombi. Gli Orridi sono formati da uno spettacolare complesso di canyon, dove la dirompente azione dell’acqua ha scavato nella roccia bellissime Marmitte dei Giganti . La visita agli Orridi di Uriezzo è una tranquilla e piacevole passeggiata adatta anche alle famiglie. Da Baceno, dopo aver visitato la preziosa chiesa di S. Gaudenzio, si segue il sentiero segnalato in direzione di Verampio e poi le indicazioni per la zona delle Marmitte dei Giganti in località Maiesso; ritornati sui propri passi si entra nell’Orrido sud, il più interessante, lungo circa 200 metri e profondo fino a 30 metri. Usciti dall’Orrido sud ci si dirige tra i prati verso l’Oratorio di Santa Lucia, una piccola Chiesetta costruita tra il 1663 e il 1764 quale “ringraziamento” dalla piccola comunità di Uriezzo (15 famiglie, all’epoca), per essere sopravvissuti all’epidemia di peste che colpì l’Ossola nel 1513. Dall’Oratorio ci si dirige poi verso l’Orrido di nord-est, usciti dal quale, dopo una visita alle case di Uriezzo, si può ritornare a Baceno.
2. L’ORRIDO DI BELLANO, IN LOMBARDIA
Da Lecco si raggiunge Bellano, affacciata sul lago. L’Orrido è una gola naturale, formatosi in milioni di anni dalle acque del torrente Pioverna, che per erosione, ha scavato una gola profonda in Valsassina, tra Taceno e Bellano. La peculiarità dell’Orrido consiste nella possibilità di percorrerlo all’interno della gola camminando su passerelle fissate alla roccia, camminando in assordanti meandri che si affacciano su strapiombi vertiginosi. Il percorso è molto suggestivo, fra cascate e grotte naturali, panorami mozzafiato e una ricca vegetazione, il sole si riflette negli anfratti, creando bagliori incredibili. L’Orrido di Bellano è aperto tutti i giorni da aprile a settembre dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19; da ottobre a marzo apre il sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19. Da luglio a settembre si può visitare l’Orrido anche alla sera dalle 20.45 alle 22. Info: Ufficio turistico di Bellano tel. 0341.810303.
3. L’ORRIDO DI NESSO, IN LOMBARDIA
Da Como si imbocca la strada per Bellagio; dopo Torno, si raggiunge Nesso. L’Orrido è visibile da piazza Castello o dal ponte medievale (detto anche ponte della Civera), sulla riva del lago. L’Orrido è formato dalla confluenza dei due torrenti Tuf e Nosè, che precipitando tra le rocce, formano una ripida cascata; il dislivello dal salto della cascata alle acque del Lario è di circa 200 metri: è un percorso fra gole strette e profonde, modellate dallo scorrere incessante delle acque. In passato la forza delle acque dell’Orrido è stata sfruttata da fabbriche e opifici per produrre forza motrice; per il paese di Nesso, l’Orrido è stato di importanza vitale per lo sviluppo dell’industria manifatturiera, mulini, cartiere, filatoi, oleifici, tutti alimentati dall’energia idraulica della cascata.
4. IL CANYON RIO SASS, IN TRENTINO
Dall’autostrada Modena-Brennero si esce al casello di San Michele all’Adige-Mezzocorona e si imbocca la strada che risale la val di Non fino al paese di Fondo. Qui si trova il Canyon Rio Sass, una forra scavata dal flusso dell’acqua del torrente che attraversa il paese, percorribile dal 2001 in avventurose passeggiate lungo passerelle a sbalzo e scalette (600 gradini per un dislivel lo di 145 m). Partendo dalla piazza del paese, una guida esperta porta i turisti, muniti di caschetto e mantella, nei meandri di questo canyon creato dal torrente Rio Sass attraverso l’erosione della roccia. Oltre ai vari fenomeni creati nella roccia attraverso il movimento dell’acqua, tra il susseguirsi di curve e controcurve si possono osservare cascate e marmitte dei giganti, fossili, stalattiti e stalagmiti. Al termine del percorso i visitatori possono vedere uno sbarramento in tronchi costruito alla fine del 1700, spettacolari cascate, insolite formazioni calcaree, e i ruderi dello stabilimento termale “Bagni di Fondo”, attivo dalla metà del 1800 fino alla metà del secolo scorso.
5. LA GOLA DEL BLETTERBACH, ALTO ADIGE
Dall’autostrada Modena-Brennero uscite al casello di Ora e dirigetevi verso il passo di San Lugano e Cavalese, in Trentino. Ancora in provincia di Bolzano si trovano a sinistra due strade: la prima sale ad Aldino, la seconda a Redagno. Da questi due paesi si può entrare nel Geoparc Bletterbach e raggiungere la gola che si presenta con pareti di porfido alte fino a 20 metri. Dichiarate patrimonio mondiale dall’Unesco, queste gole sono ideali anche per una gita con i bambini per la bellezza dei panorami. Il percorso è facile e permette di fare un viaggio all’indietro del tempo grazie alla presenza di numerosi reperti fossili. Si possono compiere escursioni guidate, della durata di 3-4 ore, partendo sia da Aldino, dal Centro Visitatori del Geoparc, sia dal Museo geologico di Redagno. In entrambi i casi si possono effettuare dal 1° maggio al 31 ottobre tutti i giorni alle ore 10.30 al costo di 12 euro (28 euro per tutta la famiglia). Sono indispensabili caschi (si noleggiano al Centro Visitatori e al Museo geologico), un abbigliamento adeguato e scarpe da trekking.
6. L’ORRIDO DI PRADIS, FRIULI VENEZIA GIULIA
Con l’A23 per Tarvisio si esce all’altezza di Tarvisio e si imbocca la strada della val d’Aupa passando per Moggio Udinese. Poco oltre, ecco Pradis. a oltre 500 metri di quotya, nel cuore delle Prealpi Carniche. La discesa all’Orrido, con le sue cascate, archi naturali, grotte e cavità, è un ambiente carsico unico per la sua bellezza. Sono numerose le grotte di Pradis che hanno restituito tracce del passaggio dell’uomo preistorico: oltre alle Grotte Verdi, attrazione turistica fin dal 1965, anno in cui la grotta della Madonna fu aperta al pubblico, a pochi passi di distanza è possibile visitare la Grotta del Clusantin, riparo dei cacciatori di marmotte paleolitici, e la Grotta del Rio Secco, gioiello archeologico ancora in fase di scavo che testimonia il passaggio nell’altopiano di Pradis degli ultimi cacciatori neandertaliani di orsi delle caverne!
7. L’ORRIDO DELLA SLIZZA, FRIULI VENEZIA GIULIA
Per arrivarci occorre percorrere l’autostrada A23 Udine-Tarvisio e da qui inboccare la strada per Sella Nevea. L’Orrido della Slizza si trova poco dopo (segnaletica). Si prende un sentiero nel bosco, che attraverso ponti e passerelle in legno costeggiando costoni di roccia a ridosso del torrente sottostante con le sue acque chiare e limpide, dopo un tratto in salita si arriva sulla panoramica cima. Qui si trovano cippi in onore dei soldati di tutte le guerre.
8. LE GOLE DI CELANO, ABRUZZO
Le Gole di Celano si trovano in Abruzzo, nel Parco naturale Velino-Sirente e sono il canyon più noto nell’Appennino Centrale, ma sono chiuse con ordinanza del Comune di Celano n. 21 del 26.02.2010. Sono raggiungibili con un percorso è di media difficoltà, sconsigliato in caso di piogge o nel periodo del disgelo. Lo spettacolo offerto durante la passeggiata è fantastico: pareti a strapiombo e piccole cascate d’acqua. Da L’Aquila si segue la statale per Rocca di Mezzo e Ovindoli; dopo pochi chilometri si giunge a un bivio dal quale si accede ad una carrareccia sulla destra, che porta ad una fonte. Seguire le indicazioni per le Gole di Celano; si può scendere attraverso un piccolo valloncello o si può prendere il sentiero che procedere con una lieve salita verso il colle. Seguendo il ripido sentiero, piegare a destra in direzione del canyon e dirigersi verso il fondo delle gole. Qui si attraversa il torrente la Foce e si devia a sinistra per arrivare alla Fonte degli Innamorati, la cui acqua sgorga dal soffitto di una grotta. Tornati sul sentiero principale si giunge, procedendo in discesa, nel tratto più suggestivo delle gole, quello in cui i muri rocciosi si avvicinano paurosamente. Poco più avanti, le pareti rocciose si allargano, permettendo una passeggiata più comoda che giunge fino alla sterrata proveniente da Celano. Camminando ancora per 2 km sulla SS 5 bis, si arriva a Celano.
9. LE GOLE DEL SAGITTARIO, ABRUZZO
Su segue l’autostrada Roma-Pescara A25 fino all’uscita di Cocullo e si raggiunge Anversa degli Abruzzi. Da qui ha inizio la Riserva naturale guidata Gole del Sagittario, caratterizzata da imponenti rocce calcaree scavate dal fiume Sagittario. E’ possibile percorrere vari itinerari (tra cui anche uno per disabili), inoltre all’interno di un vecchio mulino è stato realizzato un museo dedicato proprio alle Gole. Nelle gole trovano rifugio molti animali selvatici dai lupi ai falchi, dai moscardini ai gufi all’orso marsicano.
10. CANYON GORROPU, SARDEGNA
Nel Supramonte, in Sardegna, si trova una gola famosissima che merita da sola una visita. Il canyon è alto 500 metri e largo da 4 a poche decine di metri e si definisce come il “canyon più spettacolare d’Europa”. La traversata integrale dellle gole non è èer tutti; occorre biuona esperienza di roccia e particolare attrezzatura alpinistica, ma vi sono itinerari più turistici che permettono comunque di visitare parte del canyon. L’itinerario più facile prevede la partenza con una guida dal Campo Base Gorropu che è posto sul promontorio di Su Cungiadeddu, a 830 m, a 5 minuti dal passo montano di Ghenna Silana, a 20 minuti da Urzulei e a 20 da Cala Gonone. La struttura si trova al km. 191 della s.s. 125, e consente di apprezzare al meglio la vista al canyon Gorropu. Lo sguardo spazia sui Supramonti di Urzulei, Orgosolo, Oliena e Dorgali, sul Gennargentu e sulla Baronia. Il piazzale antistante è un ottimo punto di partenza per raggiungere autonomamente Gorropu. In pochi minuti d’automobile si scendere a valle, presso l’ovile di Su Monte Orrubiu, per proseguire lungo un facile sentiero che costeggia il rio Flumineddu ed in 45 minuti raggiungere la gola. Per la visita del canyon è stato predisposto un punto di accoglienza nell’ingresso a valle.
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