«Protezione civile: quella passione per il bene comune»

L’incontro. La vice capo Dipartimento Titti Postiglione: «Trecentomila donne e uomini a servizio delle comunità». Convegno per Bergamo Capitale italiana del volontariato.

Questo sabato il Dipartimento della Protezione civile sarà a Bergamo in occasione di Capitale italiana del volontariato per un momento di riflessione sul ruolo del volontariato nel 2022. La vice capo Dipartimento Titti Postiglione ci offre alcune anticipazioni e racconta la dimensione e l’impegno del volontariato di protezione civile oggi.

Quando si parla di volontariato di Protezione civile cosa intendiamo?

«Nel 1966 erano gli “angeli del fango”, migliaia di persone che con un grande slancio di solidarietà si mobilitarono per aiutare Firenze, colpita da una drammatica alluvione. Oggi il volontariato di Protezione civile è una realtà organizzata, formata ed equipaggiata. 300.000 donne e uomini al servizio delle comunità e dei territori, spinti da una forte voglia di dare, vivendo ogni giorno non individualmente, ma in una squadra organizzata in associazioni, dai livelli territoriali a quelli “centrali”. Organizzazioni che rappresentano tutte le identità e le specializzazioni, una realtà multiforme che esprime numerose professionalità e competenze».

Chi sono, invece, i volontari di Protezione civile e qual è il contributo che garantiscono dentro al complesso sistema di Protezione civile, sia in tempi di emergenza che in tempi di pace?

«Il mondo del volontariato è molto vario, raccoglie giovani, persone in età lavorativa ma anche pensionati, persone che fanno le cose più disparate nella vita e che però hanno una motivazione che li rende unici: la passione per il bene comune. Il volontariato di Protezione civile, di cui sono molto orgogliosa, si caratterizza per fronteggiare le emergenze al meglio, ma anche per prevenirle. Voglio ricordare la campagna “Io non rischio”, appuntamento fisso da undici anni nelle piazze di tutta Italia, che ha come obiettivo mettere la prevenzione al centro del quotidiano. I volontari sono singoli individui che diventano comunità e veicolo per fare comunicazione del rischio ai cittadini. Trasmettendo alla popolazione buone pratiche da adottare “fin da subito” per evitare di esporsi ai rischi naturali, compiendo scelte consapevoli. Come “Io non rischio”, esistono anche tante iniziative locali volte alla prevenzione. Perché non c’è tempo di aspettare, la prevenzione collettiva deve essere cura quotidiana.

Nel giugno scorso si sono svolti gli Stati generali del volontariato di Protezione civile: quali sono le principali sfide emerse per il futuro?

«Gli Stati generali del volontariato di Protezione civile sono stati fondamentali per un confronto partecipato sui grandi temi del volontariato. Quattro giornate che hanno permesso ai volontari di confrontarsi sulle sfide future di questa importante struttura operativa. Tante le sfide, dal cambiamento climatico al ricambio generazionale dei volontari, fino ad arrivare all’urgenza di sviluppare nuove competenze per le nuove tecnologie».

Lo slogan degli Stati generali di giugno è stato «Il futuro è insieme»: sabato sarete a Bergamo all’interno delle iniziative di Capitale italiana del volontariato, un lavoro che va nella direzione di costruzione di sinergie tra il volontario di Protezione civile a quello più di stampo sociale?

«Sì, “futuro insieme” significa anche questo: estendere e ampliare il mondo del volontariato, rivolgendosi al più ampio mondo del Terzo Settore e del privato sociale. Con la recente guerra in Ucraina e la sfida dell’accoglienza in Italia abbiamo visto come il sistema di Protezione civile e la rete del Terzo Settore, insieme, possano fare grandi cose. Fare rete per un sistema ancora più efficace: anche questo è immaginare il “futuro insieme».

È stato recentemente stipulato anche un accordo di collaborazione con il mondo dei Csv: è un ulteriore passo nelle direzioni di lavoro insieme per il bene delle comunità?

«Dipartimento e Csvnet hanno firmato un Protocollo per accomunare competenze e strumenti per il raggiungimento di obiettivi in materia di Protezione civile. Sicuramente questo è un passo significativo per il nostro mondo e le comunità, un passo che permetterà di condividere saperi, valori ed esperienze per lo sviluppo, in particolare, di attività di informazione e sensibilizzazione rivolte ai nostri concittadini».

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