Continuità assistenziale, reclutati nuovi medici

SANITÀ TERRITORIALE. Incremento del 55% rispetto allo scorso luglio. Il 56% delle chiamate è gestite da remoto: l’attesa massima è di 25 minuti.

La nuova Centrale unica di Continuità assistenziale (Ca) della provincia di Bergamo, attiva dal 6 luglio scorso, sembra aver imboccato la strada giusta, anche se non senza alcune criticità.

In poco più di tre mesi di operatività, il servizio ha risposto a tutte le chiamate dei cittadini, un traguardo importante rispetto a quanto accadeva in passato. Tuttavia, restano dei nodi da sciogliere, tra cui la gestione delle risorse umane e l’efficienza del sistema durante i periodi di maggiore affluenza. Il primo bilancio di questa sperimentazione, infatti, evidenzia numeri promettenti, ma la vera sfida sarà, ora, mantenere costante l’efficacia del servizio.

«Le tecnologie da remoto non sono più il futuro, ma il presente»

«Dopo una prima fase di rodaggio – dichiara l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – la Centrale unica a Bergamo sta dando buoni risultati, garantendo ai cittadini un servizio efficiente e innovativo. L’utilizzo delle tecnologie da remoto non è più il futuro, ma il presente: dobbiamo sfruttare tutti i mezzi tecnologici a disposizione per arrivare a ogni singolo paziente». «La Centrale unica – aggiunge Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo, evidenziando le potenzialità del progetto – è una risposta operativa del sistema sanitario regionale che ha messo la tecnologia a disposizione dei bisogni di salute dei cittadini bergamaschi, e non solo. È un progetto con ampie potenzialità di crescita, che verrà ulteriormente implementato grazie al contributo di tutti gli attori coinvolti».

«Il 56% delle chiamate risolto da remoto»

È una «collaborazione tra professionisti di diverse aziende – conferma Massimo Lombardo, direttore Areu – con l’obiettivo di rendere sempre più appropriata la risposta al paziente». I dati della Bergamasca di questi primi tre mesi forniti da Areu mostrano un’attività intensa della Centrale unica: 6.563 chiamate gestite a luglio, 8.329 ad agosto e 2.088 a settembre (dall’1 all’11 settembre). E la capacità di risposta è stata alta: tutte le richieste di consulto medico hanno ricevuto risposta, cosa che non sempre accadeva con il vecchio sistema. Un significativo 56% delle chiamate è stato risolto da remoto, grazie all’uso di strumenti digitali come videochiamate e prescrizioni farmaceutiche dematerializzate. Le visite in ambulatorio di Ca rappresentano il 33% delle richieste, un netto calo rispetto al passato, mentre gli invii all’emergenza sanitaria sono stabili al 10%, divisi tra l’8% di accessi autonomi al Pronto soccorso e il 2% di interventi con attivazione dell’ambulanza da parte del medico. Le visite domiciliari si mantengono all’1%. Nel dettaglio delle settimane di agosto, i tempi di attesa sono stati generalmente contenuti, con medie tra gli 8 e i 25 minuti, anche nei giorni di maggiore affluenza. Nella settimana di Ferragosto, ad esempio, le chiamate hanno quasi raggiunto quota 600, ma i tempi di attesa non hanno superato i 25 minuti, grazie anche al supporto dei medici di Milano coordinati in collaborazione con Areu e la struttura Cure primarie della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia.

«La casa come primo luogo di cura»

«I bisogni sanitari e sociosanitari della popolazione sono sempre più complessi e richiedono modalità di gestione sempre più adeguate – spiega Marcella Messina, presidente del Collegio dei sindaci di Ats Bergamo, sottolineando l’importanza della digitalizzazione –. La videochiamata e la prescrizione dematerializzata vanno nell’ottica di avere la casa come primo luogo di cura, esattamente come richiesto anche dal Pnrr».

«L’obiettivo fondamentale del nuovo modello è il potenziamento dell’assistenza territoriale, oltre al miglioramento della qualità di cura e dell’efficienza organizzativa»

Il numero di medici contrattualizzati nella provincia di Bergamo è cresciuto dai circa 130 di inizio luglio ai 201 attuali, con un incremento del 55%. Questo aumento è frutto di una campagna di reclutamento intensa, che ha coinvolto specializzandi e neolaureati, promuovendo opportunità di candidatura anche online. Sono stati introdotti, inoltre, incentivi mirati per il personale, con un aumento della retribuzione oraria fino a 38,13 euro (42,085 euro inclusi gli oneri), secondo il nuovo decreto regionale di agosto. «Il lavoro intenso e ininterrotto ha permesso di mettere a punto un servizio che sta riducendo gli spostamenti e i disagi dei pazienti, specie della popolazione più fragile residente nei territori montani e vallari», specifica Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, sottolineando l’impatto positivo del servizio. «L’obiettivo fondamentale del nuovo modello – spiega Marco Passaretta, direttore generale dell’Asst Bergamo Est – è il potenziamento dell’assistenza territoriale, oltre al miglioramento della qualità di cura e dell’efficienza organizzativa. I numeri testimoniano il valore della scelta che, a distanza di 3 mesi dall’esordio, ci consente di focalizzarci ancora meglio sulle nuove azioni da intraprendere». «Il modello della Centrale unica – aggiunge, infine, Giovanni Palazzo, direttore Generale dell’Asst Bergamo Ovest – si sta dimostrando importante per il territorio in un’ottica di continuo miglioramento dei servizi ai cittadini. Sta funzionando grazie alla collaborazione di tutte le aziende sanitarie bergamasche».

© RIPRODUZIONE RISERVATA