Lingua blu, vaccinazione per almeno 150mila animali

IN BERGAMASCA. Per limitare i rischi di contagio Ats sta mettendo a punto il piano di somministrazione che riguarderà l’80% di bovini e ovicaprini.

Una vaccinazione di massa dedicata ad almeno 150 mila animali allevati in Bergamasca per limitare al massimo i contagi da «Blue tongue» (lingua blu). È questa la soluzione che sta mettendo in campo l’Ats di Bergamo, insieme a regione e Ministero, in modo da limitare al massimo il rischio di nuovi casi, soprattutto in vista della nuova stagione 2025.

Il piano

In attesa che arrivino materialmente i vaccini, si studia il piano di somministrazione, che dovrà prevedere il servizio direttamente nelle singole aziende. Ad oggi i numeri indicano una popolazione bovina che in provincia si attesta intorno ai 122mila animali, che si sommano a 65,500 ovicaprini (46mila ovini e 19,500 caprini) dei quali 20mila vivono in greggi vaganti. Si tratta evidentemente di numeri importanti, tenendo presente che per arrivare alla cosiddetta «immunità di gregge» occorre vaccinare almeno l’80% della «popolazione animale» potenzialmente a rischio.

«La vaccinazione è la soluzione che stiamo mettendo in campo per limitare al massimo la diffusione della malattia»

La febbre catarrale degli ovini, chiamata anche lingua blu o Blue tongue, non pericolosa per gli uomini, si è diffusa in alcune province lombarde a partire dal 26 agosto scorso. Subito è scattata la massima allerta per evitare il diffondersi di focolai con Regione Lombardia che aveva vietato la presenza di bovini e ovicaprini in mostre, esposizioni, fiere e mercati. A farne le spese era stata in primis la Fiera di Sant’Alessandro, che si è svolta senza la presenza degli animali, mentre a seguire sono saltate tutte le fiere zootecniche che tradizionalmente, da agosto ad ottobre, vedono protagonista la montagna, mettendo in mostra i migliori capi portati da decine di aziende agricole.

Leggi anche

Nella Bergamasca si è svolta solo la 60esima mostra zootecnica organizzata alla Roncola, programmata per il 22 agosto, prima che scoppiasse il caso lingua blu, mentre sono saltati gli appuntamenti a Valtorta, Serina, Branzi, così come le mostre zootecniche previste a Dossena, Vilmaggiore, Taleggio e Camerata Cornello.

«Situazione sotto controllo»

«L’ipotesi è di cominciare ad inizio 2025 in modo da arrivare pronti per la stagione estiva quando i capi si muovono verso i pascoli»

A distanza di un solo mese dai primi casi, Regione e Ats si sono attivate per fornire una soluzione alla problematica. «Grazie alle misure messe in atto, ad oggi in Bergamasca la situazione è sotto controllo, così come i focolai – fanno presente Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo e Antonio Sorice, direttore del Dipartimento veterinario di Ats Bergamo -. La nostra provincia è quasi totalmente coinvolta dalle restrizioni, ad eccezione di piccoli lembi del territorio come la Val di Scalve e alcuni paesi della Bassa, ma questa condizione permette almeno di movimentare gli animali senza confini troppo stretti. La vaccinazione è la soluzione che stiamo mettendo in campo per limitare al massimo la diffusione della malattia – prosegue Sorice -. Non abbiamo una data per l’inizio della somministrazione, perché dipende dalla disponibilità del vaccino, ma l’ipotesi è di cominciare ad inizio 2025 in modo da arrivare pronti per la stagione estiva quando i capi si muovono verso i pascoli».

Scaricati tutti gli alpeggi

E a proposito della stagione negli alpeggi, Regione e Ats sono riuscite a trovare la quadra per far rientrare i capi in pianura nelle stalle dislocate in tutta la provincia. «Il rischio è che gli animali rimanessero in quota dove inizia a far freddo e scarseggia il cibo – fa presente Sorice -. Abbiamo invece garantito la discesa di quasi tutti gli allevatori, salvando di fatto decine di bovini». Ora gli occhi sono puntati sull’organizzazione logistica necessaria per ottenere l’immunità di gregge.

Leggi anche

«Sul nostro territorio contiamo 122mila bovini e 65.500 ovicaprini che dobbiamo vaccinare direttamente nelle rispettive aziende – conclude Antonio Sorice -. Regione e Ministero hanno iniziato il percorso per acquisire il vaccino, che dobbiamo somministrare prima che inizi la stagione estiva negli alpeggi, tenendo presente che dobbiamo puntare a vaccinare almeno l’80% della popolazione per limitare la circolazione del virus».

© RIPRODUZIONE RISERVATA