Di cosa sa il vostro dicembre? Il mio sa di cioccolata calda, Mariah Carey e riunioni con parenti che chiedono affettuosamente: «Alessia, mi dai una mano con il telefono e il computer?». Noi Generazione Z siamo abbastanza abituati a queste domande; alcuni dei nostri familiari più “vintage” ci considerano dei massimi esperti in tecnologie digitali e non, connessioni WiFi, social network, e diventiamo per loro degli indispensabili educatori digitali a prova di panico. È tutto così veloce, ci sono così tante cose a portata di click, e nessuno che dica cosa fare e come farlo. Il timore di sbagliare e subire le conseguenze di piccoli errori è grande, ma anche l’ansia da burocrazia per l’attivazione dell’identità digitale o per la sintonizzazione dei canali in televisione.
Questo gap tecnologico generazionale, però, non è incolmabile come sembra: i nostri genitori e i nostri nonni hanno vissuto da protagonisti alcuni degli anni più rivoluzionari in assoluto in Italia. Se il ponte che collega tutti noi è la condivisione della curiosità e dell’entusiasmo con cui ci approcciamo a una nuova tecnologia, la principale differenza sta nella velocità: ora le tecnologie esponenziali portano un’innovazione dirompente, un’evoluzione e un cambiamento molto più rapidi rispetto al secolo scorso.
Bergamo leader dell’innovazione tecnologica
Soprattutto con la recente pandemia c’è stata un’improvvisa esigenza di digitalizzazione, a cui i Paesi europei hanno risposto diversamente, portando a un gap tecnologico e normativo importante anche all’interno delle nazioni stesse.
Secondo i dati riportati dall’ ICity Rank 2023 , la ricerca annuale sulla trasformazione digitale in Italia realizzata da Fpa, Bergamo è una delle città italiane leader nell’innovazione e con un alto livello digitale insieme a Firenze, Milano e Modena. Rientra infatti nelle prime dieci posizioni in tutte e tre le graduatorie: Amministrazioni Digitali, Comuni Aperti e Città Connesse. In totale, Bergamo è tra le 16 «altamente digitalizzate», davanti a 17 di livello “intermedio”, 26 di “base”, e le restanti in via di alfabetizzazione digitale o addirittura in ritardo relativamente all’adozione di piattaforme nazionali, diffusione e analisi di dati aperti, fruibilità di app e impatto della trasformazione digitale sul governo della città per lo sviluppo di reti di connessione.
Dal report, non emerge una contrapposizione netta tra nord e sud, o tra grandi centri e periferia: le dinamiche sono ben più articolate. Considerata l’ampia geodiversità della provincia bergamasca, questo è un bene: lo sviluppo tecnologico è un catalizzatore di cambiamenti che viaggia di pari passo con le necessità della nostra città, come delle valli e della bassa. Viene quindi ridotto il divario tra chi ha accesso a risorse avanzate e opportunità e chi ne è invece privo.
Alcuni progetti tecnologici a Bergamo
Quanto è “smart” Bergamo? Dalla parte delle imprese, citiamo il progetto « Bergamo Tecnologica: opportunità e modelli di business », lo scorso giugno alla 9° edizione col percorso «Digital Manifacturing Transformation». Si tratta di un percorso di formazione realizzato con il supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo e del Consorzio Intellimech, in collaborazione con le locali Organizzazioni di categoria. Si rivolge alle industrie bergamasche per l’introduzione di figure interdisciplinari a livello specialistico-manageriale, con competenze tecnologiche, gestionali e organizzative, in grado di riconoscere le nuove opportunità tecnologiche e modelli di business che possano sia integrarsi con i sistemi esistenti, sia aumentare la competitività e innescare nuove esigenze da parte del mercato.
Anche la salute può beneficiare enormemente dalla tecnologia. L’ASST Bergamo Est copre un ampio bacino di utenza che si estende su 103 Comuni con una popolazione complessiva di circa 385.000 abitanti: si tratta di un ambito geograficamente e demograficamente molto diversificato, anche a livello di necessità. La creazione di un team dedicato all’implementazione e digitalizzazione di processi di telemedicina e cura costituisce un potente strumento per tutti i cittadini e le realtà ospedaliere, permettendo il costante monitoraggio delle condizioni mediche di coloro che sono più fragili, dalle alte valli alla bassa bergamasca. Soprattutto considerata la situazione di emergenza per quanto riguarda la disponibilità dei medici di base sul nostro territorio , il fatto di poter assistere anche chi ha mobilità limitata e gestire in tempo reale situazioni di emergenza è un valore aggiunto.
Volendo dare voce ai numeri, le specialità coinvolte in tutti i processi di telemedicina aziendali sono passate da 7 in tutto il 2022 a 18 nel primo semestre del 2023, con un incremento del 157%. Il numero di operatori con accesso alla piattaforma aziendale di telemedicina è passato da 33 nel 2022 a 90 nel primo semestre del 2023, con un incremento del 172%. Le televisite erogate dall’inizio del 2022 sono circa 700; nel primo semestre del 2023 sono state 295, il 39% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In particolare, si svolgono televisite nelle Unità di Riabilitazione Specialistica Cardiovascolare di Seriate, Diabetologia di Alzano Lombardo e Piario, il Servizio di Dietologia di Seriate, la Ginecologia di Alzano e il Servizio per le Dipendenze (SERD) di Lovere. Inoltre, il Servizio sperimentale di teleconsulto specialistico al Medico di Medicina Generale (MMG) prevede che il MMG possa effettuare un teleconsulto con gli specialisti di ASST Bergamo Est per confrontarsi relativamente alla situazione clinica di, ad oggi, circa 5000 pazienti. Per coloro che soffrono di patologie oncologiche è attivo anche il teleconsulto specialista-specialista, che consente la discussione di casi clinici complessi in equipe multidisciplinari.
Anche i social network possono essere utilizzati con consapevolezza e per fornire servizi utili: non solo si può rimanere aggiornati con le notizie più recenti, o condividere post e opinioni, ma si può anche fare divulgazione e sensibilizzare le comunità a proposito di temi sensibili, tra cui la maternità e i servizi gratuiti e non forniti dagli ospedali per particolari categorie di pazienti, come l’ASST Bergamo Est mostra sulla sua pagina di Instagram .
L’Ospedale Papa Giovanni XXIII è invece una colonna con la tecnologia 3D per la Chirurgia pediatrica : da tre anni ormai si usa una nuova strumentazione che garantisce interventi mini-invasivi con notevoli vantaggi per piccoli pazienti (minor dolore postoperatorio e ridotti tempi di ricovero) e per i medici, che hanno una profonda visione tridimensionale del campo operatorio. È un sistema di riproduzione delle immagini intraoperatorie pediatriche ad alta definizione in 3D e introduzione dell’imaging a fluorescenza, di ultimissima generazione tecnologica.
L’educazione alle nuove tecnologie
Tanto rimane ancora da fare. Servirebbe un supporto nell’educazione alla tecnologia e alla digitalizzazione: corsi di informatica per over 60 per un utilizzo sano dei social, per distinguere eticamente le tecnologie “buone” e “cattive”, per capire come usare e migliorare gli strumenti a nostra disposizione per dare un’impronta sostenibile alla nostra quotidianità, evitando abusi e discriminazioni. La tecnologia offre un trampolino sociale per il progresso, ma è fondamentale gestirla con saggezza. Con un’educazione adeguata, una regolamentazione responsabile e un approccio collaborativo, possiamo plasmare un presente e un futuro in cui la tecnologia sia un motore primario.
Volete sapere la cosa divertente? Al pranzo di Natale mio nonno porterà il suo tablet, «almeno noi nipoti gli insegniamo a utilizzarlo». Si prospetta tanto impegnativa quanto divertente, non vedo l’ora!