Querela reale, Grimaldi offesi
Adesso avranno il risarcimento

In altri tempi la questione si sarebbe forse risolta con un duello, più o meno cruento, o forse con una dichiarazione di guerra; al giorno d'oggi invece, a lavare l'onta di un'offesa, anche per i reali di sangue blu ci pensa la Giustizia, con un risarcimento in vil denaro.

In altri tempi la questione si sarebbe forse risolta con un duello, più o meno cruento, o forse con una dichiarazione di guerra; al giorno d'oggi invece, a lavare l'onta di un'offesa, anche per i reali di sangue blu ci pensa la Giustizia, con un risarcimento (e una condanna) in vil denaro.

Diecimila euro a testa più le spese legali (altri 5.000 euro) per riparare la diffamazione, e 1.600 euro di multa a titolo di condanna. Il prezzo è quello costato a Michela Auriti, giornalista romana, «rea» di aver scritto sul settimanale Oggi (stampato a Treviglio) un articolo «offensivo della dignità, del decoro e della reputazione» dei reali di casa Grimaldi, e più esattamente di «Sua altezza serenissima Albert II, Louis Pierre Grimaldi, principe regnante di Monaco» e di sua moglie Charlene Lynette Grimaldi Wittstock.

Lo ha stabilito il giudice del Tribunale di Bergamo (ex sezione di Treviglio) Stefano Storto, al termine di una combattuta querelle giudiziaria. Vicenda chiusa? Non del tutto, visto che con la stessa sentenza il giudice ha restituito gli atti alla Procura contro Umberto Brindani, direttore di Oggi.

A turbare la «serenità» del principe e della moglie, più esattamente, era stato l'articolo «Charlene prigioniera? Cosa c'è di vero sul giallo della fuga», dove la giornalista faceva riferimento ad alcuni presunti episodi in cui la principessa avrebbe tentato di fuggire prima delle nozze reali, accennando anche a presunti «figli segreti».

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