Dopo l’annuncio delle dimissioni da ministro delle Riforme di Roberto Calderoli, nel centrodestra la preoccupazione principale è quella di gettare acqua sul fuoco e circoscrivere la vicenda. A Palazzo Chigi, Berlusconi, Fini e Casini hanno concordato una strategia per sdrammatizzare e considerare il caso chiuso. Molte le dichiarazioni che prendono atto delle dimissioni e poi cercano di smorzare i toni, non senza qualche imbarazzo.Gianfranco Fini«Le dimissioni di Roberto Calderoli erano doverose. Quella di Calderoli è stata una provocazione della quale forse non si rendeva neanche conto ma che non fa venir meno la possibilità di governare con la Lega. A nome del governo italiano ho espresso agli ambasciatori di molti Paesi musulmani e rappresentanti delle comunità islamiche in Italia la linea del governo nell’affrontare la questione del rispetto tra civiltà: è una linea all’insegna del dialogo e del reciproco rispetto sempre e comunque indispensabile e doveroso».Pier Ferdinando Casini«Gesti come quelli di Calderoli sono incompatibili con la presenza in un governo serio e responsabile di un grande Paese europeo. Do atto al presidente del Consiglio di aver agito con tempestività e chiarezza. Noi glielo abbiamo chiesto e ci aspettavamo questo comportamento ineccepibile. La vicenda si è conclusa come si doveva concludere. Il governo italiano ha dimostrato al mondo come nel nostro Paese non ci possa essere contiguità con gesti intollerabili».Marcello Pera«Le dimissioni di Calderoli sono un atto finalmente di responsabilità dopo un comportamento che ho giudicato inaccettabile. Ma non si può rispondere a delle camicette ancorché irridenti o inaccettabili con dei morti e degli assalti ai consolati, non si può rispondere a delle vignette con assalti alle ambasciate europee, non si può rispondere a una vignetta con il martirio di un prete cattolico. E il dialogo con l’Islam si può svolgere solo in condizioni di parità e reciprocità».Rocco Buttiglione«Il governo italiano deve chiedere scusa ma deve anche pretendere delle scuse. Ad un’azione imbecille come quella, prima dei giornalisti che hanno pubblicato le vignette e poi di Calderoli, non si risponde così. C’è qualcosa di incommensurabile tra l’offesa anche stupida, anche brutale, anche sanguinosa come quella che è stata fatta e una reazione violenta come l’incendio di un consolato e poi gli scontri in cui sono morte undici persone».Marco Follini«Credo che le dimissioni fossero un atto dovuto. Naturalmente contengono anche un significato politico. Avete presente dove stanno le magliette di Calderoli? Noi siamo dalla parte opposta».(18/02/2006)
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