Un figlio autistico, «cacciati» dal b&b
La storia di una famiglia di Gorlago

L’amara vacanza di una famiglia di Gorlago con un giovane malato in una struttura turistica di Pietra Ligure. «Avevamo avvisato, ma quando l’hanno sentito camminare tra camera e bagno, ci hanno detto di andarcene».

Non è la prima segnalazione, purtroppo, di famiglie con disabili che non hanno potuto vivere con serenità le loro famiglie. È capitato anche a una famiglia di Gorlago che, insieme al figlio autistico, aveva deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza a Pietra Ligure.

La vicenda risale a pochi giorni fa, quando Cristina Rizzi con il marito e il figlio Fabio, 21 anni affetto da autismo, si recano nella località turistica ma, neppure dopo un giorno, fanno ritorno a casa per i problemi incontrati nella struttura che li ospitava, un bed and breakfast a conduzione familiare. «Il 27 luglio – racconta Cristina – abbiamo prenotato in una struttura del paese, avvisando che si trattava di una prenotazione per tre adulti, di cui un 21enne autistico. La struttura ha confermato, pur sapendo della patologia di nostro figlio e così abbiamo versato la caparra e ci siamo preparati per il viaggio».

«Dopo una giornata di mare – prosegue amareggiata la signora – ci prepariamo infatti per andare a letto, ma intorno alle 22,30 iniziano i problemi. Fabio è tranquillo, ma cammina con insistenza tra la camera e il bagno, non creando disturbo con urla e schiamazzi. La titolare, sentendo probabilmente i passi, bussa all’improvviso alla porta e, infastidita, ci invita a far cambiare atteggiamento a Fabio e, se questo non fosse avvenuto, la mattina seguente avremmo dovuto lasciare la struttura. Ero sconvolta e non ci ho pensato due volte: ho preparato le valigie e siamo ripartiti per tornare a casa.

Secondo i titolari del bed and breakfast, la vicenda sarebbe diversa. «Il giovane – hanno spiegato i titolari contatti telefonicamente nella giornata di ieri – ha infastidito i presenti con urla e schiamazzi in pieno giorno e in tarda serata, per questo abbiamo invitato la famiglia a calmarlo. Se questo non poteva avvenire, il mattino seguente avremmo cercato una soluzione alternativa».

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