Sacra Spina, il cardinale Tettamanzi:
«Preziosa eredità» - Il video dei fuochi

«Una preziosa eredità, da custodire e rivivere nel segno della fede». Le parole dell’arcivescovo emerito di Milano Dionigi Tettamanzi hanno concluso domenica 13 marzo, a San Giovanni Bianco, le intese celebrazioni per la festa della Sacra Spina, la reliquia della Corona di Cristo custodite nel paese della Valle Brembana dal 1495.

Proprio l’arcivescovo guardando al prossimo 25 marzo quando la «tradizione» (accadde nel 1932) vorrebbe il ripetersi di fenomeni prodigiosi sulle Spine di Cristo, ha ricordato come «al di là di ogni apparenza esteriore le spine della croce del Signore sono sempre “spine fiorite”: hanno la bellezza e la fecondità dell’amore del Padre».

Nel pomeriggio d la processione per le vie del paese, vestite di fiori, drappi e catenarie rosse, come mai prima d’ora grazie all’inteso lavoro della donne. La reliquia è stata portata da monsignor Enrico Rosa, già vicario parrocchiale di San Giovanni Bianco e ora missionario in Brasile che, come tradizione, ha benedetto la folla in centro al paese.

Lunghissimo il corteo (nonostante le file raddoppiate di persone per cercare di accorciare anche i tempi di passaggio) a cui hanno preso parte migliaia di fedeli, decine di sacerdoti, i crocefissi devozionali del vicariato, le confraternite religiose provenienti dalla Bergamasca, da Sondrio e Crema, il crocefisso alto oltre quattro metri portato dai trentatreenni (mentre le coetanee portavano i segni simbolo della Passione), stendardi, paggetti, la banda musicale, carabinieri e polizia locale in alta uniforme, autorità civili e militari. Accanto alle intense celebrazioni religiose la festa di botti, luci e colori del sabato sera, con venti minuti di fuochi artificiali. E bancarelle e luna park a fare da contorno profano. Ora l’attesa del Triduo pasquale e in particolare del 25 marzo, giorno di Venerdì Santo e Annunciazione del Signore

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