L'Iit festeggia 20 anni con un nuovo robot amico dei lavoratori

L'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) celebra i 20 anni dalla sua fondazione con un nuovo robot umanoide 'amico' dei lavoratori: chiamato ergoCub, si basa sulla stessa piattaforma dell'umanoide bambino iCub ed è stato progettato con un'attenzione particolare all'ergonomia, in modo da favorire l'integrazione all'interno degli ambienti di lavoro e la collaborazione fisica con le persone. Nato da un progetto triennale da cinque milioni di euro avviato con Inail nel 2021, ha fatto il suo debutto ufficiale nell'Auditorium dell'Iit a Genova, dove ha salutato i numerosi ospiti istituzionali e scientifici presenti.

ergoCub è alto 150 centimetri e pesa 55,7 chilogrammi. Ha mani ottimizzate per trasportare carichi pesanti e un viso con display Oled flessibile che gli permette di avere interazioni più espressive. E' inoltre dotato di una speciale fotocamera per la visione in profondità e di un lidar per la navigazione. La camminata è più robusta rispetto alle versioni precedenti di iCub e può arrivare fino a una velocità di circa tre chilometri orari, raffrontabile a quella di un essere umano. L'intelligenza artificiale gli consente di riconoscere visivamente oggetti e azioni e di manipolare un oggetto con entrambe le mani in scenari di lavoro dove è richiesta la collaborazione con un essere umano. Per esempio, ergoCub è in grado di identificare quando qualcuno intende consegnargli un oggetto, di prendere tale oggetto con le mani e poi restituirlo alla persona quando necessario.

La tecnologia ergoCub è completata da una tuta sensorizzata (che comprende anche un paio di scarpe) per monitorare in tempo reale sia gli sforzi che i movimenti del corpo di chi la indossa. Gli algoritmi di intelligenza artificiale elaborano le informazioni dei sensori, così da anticipare lo sforzo muscolo-scheletrico della persona e allertare, attraverso una vibrazione, il lavoratore che sta per compiere un gesto pericoloso per la sua salute fisica, prevenendo così il rischio di infortunio o affaticamento.


Metta, la ricerca dell'Iit accelera con l'intelligenza artificiale
L'Istituto italiano di tecnologia punta sull'intelligenza artificiale per mettere il turbo alla ricerca scientifica in ogni settore disciplinare, dalla robotica alla genetica fino allo sviluppo di nuovi materiali per la transizione energetica, ha detto il direttore scientifico Giorgio Metta.

"Il bilancio di questi primi 20 anni è assolutamente positivo: il segreto del nostro successo è nell'organizzazione snella e nell'opera di attrazione dei talenti che abbiamo messo in campo, offrendo un percorso di carriera in un ambiente di lavoro internazionale con laboratori di qualità e strumenti all'avanguardia", spiega Metta. "Questo ci ha permesso di ottenere ben 59 grant del Consiglio europeo della ricerca posizionandoci tra i primi in Italia, arrivando ad avere un budget di 182 milioni quest'anno che investiremo anche in infrastrutture".

Attualmente lo staff complessivo di Iit conta quasi 2.000 persone, più della metà proveniente da oltre 60 Paesi nel mondo. Tanti i progetti di trasferimento tecnologico, orientati soprattutto alle applicazioni per l'industria 4.0 e la salute.
Un esempio è il nuovo robot ergoCub, presentato durante l'evento. Questo 'fratello maggiore' del più noto umanoide bambino iCub è progettato per lavorare a fianco dell'uomo, ma rappresenta anche un apripista per i futuri robot che entreranno nelle nostre case, spiega Metta. "Il traguardo comunque è ancora lontano: secondo le stime, ancora incerte, dovremo attendere almeno fino al 2035. Nonostante i progressi fatti, rimane il problema di garantire un'interazione fisica sicura con l'ambiente e le persone".
Per vincere questa e molte altre sfide, nel suo prossimo piano strategico l'Iit punterà sull'intelligenza artificiale per accelerare la ricerca scientifica, fare simulazioni e analisi di dati. "E' un trend mondiale che dobbiamo cogliere assolutamente", sottolinea Metta. "Per questo intendiamo anche potenziare le capacità del nostro supercalcolatore, almeno raddoppiando gli attuali tre milioni di miliardi di operazioni al secondo".

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