Clima, nel suolo una riserva 'dimenticata' di carbonio

Nel mondo oltre 2.300 miliardi di tonnellate di carbonio sono immagazzinati nei primi due metri di suolo sotto forma di sostanze inorganiche, in pratica una quantità cinque volte superiore a quella presente in tutta la vegetazione mondiale messa insieme. A individuare questa enorme 'riserva' di carbonio finora ignorata, ma fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici, è uno studio pubblicato su Science dai ricercatori dell'Accademia cinese delle scienze.

Solitamente quando si parla del carbonio stoccato nel terreno si fa riferimento a quello fissato nella materia organica, il cosiddetto 'Soc' (soil organic carbon), ma in realtà esiste anche un'altra importante componente inorganica chiamata 'Sic' (soil inorganic carbon) che non viene considerata. Il Sic solido tende ad accumularsi solitamente sotto forma di carbonato di calcio nei terreni improduttivi delle regioni aride, cosa che ha portato molti a credere che non fosse poi così importante. I ricercatori cinesi guidati da Huang Yuanyuan hanno calcolato che a livello globale ci sono 2.305 miliardi di tonnellate di carbonio immagazzinati come Sic nei primi due metri di suolo, una riserva nascosta che potrebbe essere la chiave per comprendere meglio il ciclo del carbonio sulla Terra.

"Il punto è che questa enorme riserva di carbonio è vulnerabile ai cambiamenti ambientali, in particolare all'acidificazione del suolo", spiega Huang. "Gli acidi dissolvono il carbonato di calcio e lo rimuovono sotto forma di anidride carbonica o direttamente nell'acqua. Molte regioni in Paesi come Cina e India sono interessate dall'acidificazione del suolo a causa delle attività industriali e dell'agricoltura intensiva. Senza azioni correttive e migliori pratiche per il suolo, è probabile che il mondo si trovi ad affrontare alterazioni del Sic nei prossimi trent'anni", con un importante impatto sugli ecosistemi. I ricercatori stimano che ogni anno circa 1,13 miliardi di tonnellate di carbonio inorganico vengano persi dai terreni nelle acque interne. Questa perdita ha implicazioni profonde ma spesso trascurate per lo scambio di carbonio tra suolo, atmosfera, acqua dolce e oceano.

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