«Il numero dei volontari cala ma cresce l’impegno personale»

L’INTERVISTA. Oscar Bianchi, presidente di Csv Bergamo: 900 cittadini in servizio gratuito per Capitale della Cultura, 300 per la Piadina solidale.

Nelle ultime settimane abbiamo sentito parlare di un calo dei volontari su tutto il territorio italiano, un trend che il Centro di servizio per il volontariato (Csv) di Bergamo Ets osserva anche sul territorio della nostra provincia, nonostante i bergamaschi siano più attivi della media nazionale: se in Italia ci sono 5,8 organizzazioni di volontariato ogni 100 abitanti, in provincia di Bergamo sono 6,8. Abbiamo discusso di questi dati e delle prospettive che si vanno delineando con il presidente di Csv Bergamo, Oscar Bianchi.

I dati ci dicono che il volontariato è in difficoltà, ma quali sono le questioni che emergono oltre i dati?

«Possiamo confermare che c’è un calo del numero dei volontari all’interno delle organizzazioni, che va però di pari passo con l’aumento del volontariato individuale. Basti pensare ai più di 900 cittadini bergamaschi che si sono candidati come volontari per Capitale della Cultura o ai più di 300 che in poche ore si sono resi disponibili per la Piadina Solidale. Il volontariato organizzato però sta facendo fatica a rispondere alle richieste del Registro unico nazionale del Terzo Settore (Runts), con un divario sempre più netto tra le grandi organizzazioni strutturate e le micro associazioni che tendenzialmente resteranno fuori dal Registro. Questo porta all’aumento delle associazioni che decidono di chiudere: i loro volontari dove vanno a finire? E non va dimenticato l’altro grande problema: le organizzazioni del Terzo Settore faticano a collaborare, tra di loro e con gli altri enti del territorio».

Quali sono, secondo il vostro osservatorio, le cause di queste difficoltà?

«Il volontariato che conosciamo, che ha contribuito alla coesione sociale delle nostre comunità e che ha rappresentato una parte importante della resilienza bergamasca durante la pandemia, è un volontariato fatto da associazioni che si basa sul contributo gratuito delle persone, spesso senza risorse economiche o patrimoni finanziari e immobiliari da valorizzare. Il Codice, su cui il Runts si basa, non pone invece differenze fra le tante tipologie di enti del Terzo Settore: il rischio è che la specificità del volontariato, che è proprio quella della gratuità, anziché essere valorizzata ne risulti penalizzata. Siamo tutti una grande famiglia, ma è importante tutelare questa specificità».

Allora quali sono oggi le sfide per Csv, alla luce di un mondo del volontariato che sta mutando?

«Prima fra tutte intercettare i volontari individuali, giovani e meno giovani, aprendo con loro un dialogo anche per mettere a tema il valore di stare nelle organizzazioni: maggiori tutele, un impatto più forte, la possibilità di produrre cultura e di fare politica. Perché il problema non è solo fare ma anche trasformare, e questo lo si fa solo attraverso un movimento organizzato. Il secondo fronte è accompagnare i processi di collaborazione tra associazioni e tra associazioni e istituzioni: è una funzione che svolgiamo ormai da anni sul territorio bergamasco, su cui abbiamo maturato competenze riconosciute e uniche (come dimostra per esempio il recente accordo con Ats per il progetto sul contrasto a bullismo e cyberbullismo). Anche sulla scorta di esperienze come la nostra, il sistema nazionale dei Csv oggi identifica l’animazione territoriale come ambito di intervento prevalente dei Centri. La terza sfida è, infine, proprio quella di tutelare e supportare le organizzazioni di volontariato che abbiamo visto essere in difficoltà».

Come è possibile farlo?

«Lavorando in due direzioni. La prima è quella di sostenere le organizzazioni per le questioni operative e nell’affrontare i problemi della quotidianità, oltre che le difficoltà burocratiche. E questo lo stiamo ampiamente facendo, come si evince dai dati del Bilancio sociale 2022. L’altra direzione è fare in modo che le istanze e i bisogni delle organizzazioni non profit arrivino sui tavoli dei decisori: Csv da un lato può accompagnare le associazioni attraverso percorsi che le aiutino a elaborare e esplicitare i propri bisogni, dall’altro può aprire un dialogo con le istituzioni. Per fare un esempio: nel percorso di attuazione del Codice non esiste ancora una conversione delle agevolazioni legate all’Irap di cui le organizzazioni di volontariato godevano in quanto onlus di diritto e che hanno perso iscrivendosi al Runts. Per questo Csv Bergamo ha aperto un dialogo con Regione per dare continuità a questo beneficio, che se perso rischia di mettere in seria difficoltà le associazioni bergamasche».

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