Trèves di Cazzano verso la chiusura, i sindacati: «Più cautela»

CAZZANO SANT’ANDREA. Il comunicato congiunto di Femca Cisl e Filctem Cgil sulla chiusura dello stabilimento bergamasco con 40 lavoratori: «Si adotti la stessa soluzione dei dipendenti di Mirafiori».

Chiusura bergamasca per la Trèves Italia: l’azienda ha comunicato la volontà di chiudere lo stabilimento produttivo di Cazzano Sant’Andrea, che attualmente occupa 40 lavoratori e produce tappetini e cappelliere per auto. Il principale cliente è Stellantis, che sta vivendo un calo dei volumi produttivi dello stabilimento di Mirafiori, con conseguente spostamento dell’asse dei progetti acquisti da Trèves Italia verso gli stabilimenti di Melfi, Cassino e Pomigliano, che scontano una lontananza geografica con il polo produttivo bergamasco.

«La prospettiva - si legge in un comunicato congiunto di Femca Cisl e Filctem Cgil - è di una chiusura dei contratti in somministrazione entro la fine di aprile, con conseguente chiusura dello stabilimento di Cazzano Sant’Andrea alla fine del prossimo luglio. Per i lavoratori è quindi in arrivo una cassa integrazione straordinario per chiusura attività, accompagnata da incentivi all’esodo e politiche attive per la ricollocazione».

I sindacati: «Ad oggi, ci risulta, che Mirafiori stia utilizzando un contratto di solidarietà. Avremmo ritenuto più congruo utilizzare lo stesso strumento anche per Treves Italia»

«Siamo ben consapevoli delle ricadute del calo di volumi di Mirafiori ma, al tempo stesso, riteniamo che l’incertezza attuale dell’andamento dell’automotive e del suo indotto porti necessariamente a dover fare delle valutazioni ben più caute. Ad oggi, ci risulta, che Mirafiori stia utilizzando un contratto di solidarietà. Avremmo ritenuto più congruo utilizzare lo stesso strumento anche per Treves Italia, tanto più che la produzione relativa alla Panda sta continuando a buon regime, con volumi aumentati al limite della capacità produttiva bergamasca», spiegano Milena Occioni di Femca Cisl e Giuseppe Errico di Filctem Cgil.

«Manca la responsabilità sociale»

«Quella che ci hanno prospettato oggi - si legge nella dichiarazione - è una decisione che viene da lontano, senza rispettare quelle logica di responsabilità sociale che dovrebbero legare l’imprenditore al territorio. E in questo caso ancor tanto più grave perché impatta con molti lavoratori con decennali anzianità di servizio che, dopo aver collaborato per l’azienda per anni, si trovano a pochi anni dalla pensione, senza però poterla raggiungere con due anni di NaspuI, a guardare a un futuro molto incerto. Ci auguriamo che il Gruppo Trèves possa rivalutare la sua posizione e, dopo un analisi più strutturata dei dati, decida di utilizzare ammortizzatori sociali che consentano la ripresa delle attività produttive».

Al via lo stato di agitazione

Nel frattempo, l’assemblea dei lavoratori, riunitasi in sessione straordinaria nella serata di lunedì 22 aprile, ha votato all’unanimità per l’apertura dello stato di agitazione, con proclamazione di un primo pacchetto di scioperi nelle giornate di mercoledì 24 e venerdì 26 aprile. I lavoratori saranno poi a Bergamo per la manifestazione del 1 maggio.

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