Per la salute dell’occhio prevenire è fondamentale

OCULISTICA. Una 1ª visita completa dovrebbe essere effettuata intorno ai 3 anni a tutti i bambini.

In ambito oculistico, come per tutte altre branche della medicina, la prevenzione è fondamentale per garantire lo sviluppo e il mantenimento di una corretta capacità visita. Ma quando iniziare ad eseguire i controlli visivi e quali sono le fasce d’età più «a rischio» di sviluppare patologie? Ne parliamo con la dottoressa Sonia Palmieri, oculista del Policlinico San Marco, Policlinico San Pietro e di Smart Clinic all’interno de «Le Due Torri».

Dottoressa Palmieri, a che età è consigliabile fare una prima visita oculistica?

«I primi controlli vengono effettuati in tutti i punti nascita, in cui viene eseguito l’esame del riflesso rosso del fondo e i casi considerati dubbi vengono inviati all’attenzione del medico oculista. Una prima visita completa andrebbe effettuata intorno ai 3 anni per tutti i bambini, in particolare se ci sono dubbi di strabismo o patologie familiari, congenite o problemi di lacrimazione. A questa età, infatti, è possibile ottenere una discreta collaborazione da parte dei bimbi per valutare la refrazione e iniziare una quantificazione visiva: è comune riscontrare la presenza di un residuo di ipermetropia e a volte astigmatismi che, se superano un certo livello (gradazione), necessitano di correzione con occhiali da vista. Nei quadri meno evidenti, le alterazioni visive vengono, qualora necessario, corrette successivamente, con l’inizio della scuola. È inoltre utile la visita ortottica per verificare come lavorano insieme i due occhi sia da lontano sia da vicino nonché la presenza della stereopsi, cioè la visione tridimensionale».

A proposito di scuola. Spesso è proprio in questo passaggio che si scopre che il bimbo, alle prese con la lettura e la scrittura, ha difetti visivi…

«All’inizio della scuola primaria il bambino dovrebbe aver già eseguito una visita oculistica completa. Qualora non vi siano difetti importanti è utile ripeterla almeno ogni due anni per valutare la necessità di correzione refrattiva in caso di astigmatismo, ipermetropia e miopia, la cui età d’insorgenza sta molto scendendo (spesso è già evidente dai primi anni di elementari)».

E durante l’adolescenza?

«Anche in questo caso è consigliabile una visita ogni due anni. In particolare, è importante non trascurare le forme di astigmatismo che, se compaiono in adolescenza, devono essere gestite con rapidità e cure specifiche. Nel caso si diagnostichi una patologia grave come il cheratocono è necessario essere tempestivi nel trattarlo in modo adeguato».

Passata la fase di crescita, quali sono le regole di una corretta prevenzione?

«A tutte le età è fondamentale eseguire visite oculistiche di controllo anche in assenza di sintomi specifici. Vedere bene, con o senza occhiali, infatti non garantisce che l’occhio sia sano. Inoltre, una valutazione oculistica corretta può aiutare a diagnosticare patologie di vario tipo come quelle reumatologiche o tiroidee nonché ipertensione, diabete (per citarne solo alcune, relativamente comuni e note). In età adulta, una fase “delicata” è quella dopo i 40 anni, quando anche in persone che ritengono di aver sempre visto adeguatamente inizia ad insorgere la presbiopia e diventano più frequenti patologie come il glaucoma, legato ad aumento cronico della pressione dell’occhio. Un’altra problematica rilevante che generalmente insorge già intorno ai 60 anni è rappresentata dalla cataratta, ovvero una progressiva opacizzazione del cristallino che determina la riduzione della capacità visiva e disturbi alla guida, al punto da rendere necessario l’intervento chirurgico di sostituzione del cristallino. Dopo i 65 anni, invece, particolare attenzione deve essere posta alle maculopatie, patologie che determinano la distorsione delle immagini e la progressiva perdita della visione centrale. Nelle forme avanzate possono manifestarsi riduzioni importanti della capacità visiva, a volte da trattare con iniezioni specifiche (le cosiddette terapie intravitreali)».

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